
Le malattie meningococciche o meningiti sono gravi malattie batteriche causate principalmente dal meningococco, che può provocare gravi casi di infiammazione delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale, soprattutto nei bambini piccoli e negli adolescenti.1
In Italia ogni anno sono accertati circa 150-200 casi di malattia meningococcica
«La vaccinazione e il richiamo sono i mezzi più efficaci per contrastare la diffusione dell’infezione e prevenire la malattia»2
In Italia ogni anno sono accertati circa 150-200 casi di malattia meningococcica; tuttavia è probabile che i casi reali siano più numerosi, anche se talvolta non correttamente diagnosticati.1 Pur essendo oggi possibile una cura con antibiotici, l’infezione spesso è così rapida che, anche con una diagnosi e una terapia tempestiva, essa provoca la morte nel 10-15% dei casi.1 La vaccinazione e il richiamo sono i mezzi più efficaci per contrastare la diffusione dell’infezione e prevenire la malattia, perché forniscono gli anticorpi necessari a proteggere l’organismo.2
Tra gli agenti batterici che causano la meningite il più temuto è Neisseria meningitidis (meningococco), oltre a Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Esistono 12 gruppi di meningococchi, di cui 5 (A, B, C, Y, W135) sono responsabili della malattia meningococcica invasiva:1 per questi gruppi sono stati infatti sviluppati vaccini specifici. 3 Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa.3
In particolare, esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:1
Per i vaccini raccomandati non c’è obbligo di somministrazione. Tuttavia, sono inseriti nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed è previsto che siano offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione ritenute a maggior rischio di infezione.3
In particolare, la scheda vaccinale attualmente in vigore prevede:
Per i vaccini raccomandati non c’è obbligo di somministrazione. Tuttavia, sono inseriti nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed è previsto che siano offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione ritenute a maggior rischio di infezione.3
L’incidenza della patologia da Meningococco B, nonostante sia documentata anche negli adulti, è particolarmente accentuata nei bambini sotto l’anno di vita, di solito tra il quarto ed il nono mese, con un picco registrato nel quinto mese.1
La vaccinazione contro il meningococco B prevede dosi sequenziali diverse a seconda dell’età in cui si inizia a vaccinare, anche se il vaccino è indicato soprattutto al di sotto di un anno di età.3
In particolare:
Data la sua recente introduzione, la priorità nella somministrazione di questa vaccinazione è rappresentata in questo momento dal suo utilizzo nell’età in cui è massimo l'impatto della malattia, ovvero nella prima infanzia. Tuttavia, l’epidemiologia di tutte le infezioni meningococciche è analoga, per cui in prospettiva potrà essere disponibile un’offerta attiva di tale vaccinazione anche nella popolazione adolescente.
Chiunque può contrarre la malattia da meningococco, ma alcune persone sono maggiormente a rischio. La vaccinazione anti-meningococcica con vaccino tetravalente è quindi raccomandata agli adolescenti, in quanto rientrano tra le categorie a maggiore rischio di contagio, sebbene limitato rispetto ad altre malattie infettive molto più contagiose, come influenza e morbillo.3 Gli adolescenti possono ricevere il vaccino tetravalente che potrà fungere sia da primo vaccino che da dose di richiamo per chi ha già effettuato il vaccino contro il meningococco C durante i primi anni di vita. In particolare, la vaccinazione viene somministrata nel periodo tra i 12 e i 18 anni di età.4
Nel caso di soggetti già vaccinati, la dose di richiamo serve a rafforzare la risposta immunitaria ad una eventuale infezione.3
La vaccinazione contro Haemophilus influenzae tipo B è solitamente effettuata insieme a quella antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e antiepatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino, come da calendario vaccinale italiano. Non sono necessari ulteriori richiami.3
Allo stesso modo, la vaccinazione contro lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e il calendario nazionale prevede la somministrazione di tre dosi al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino. Inoltre, attualmente se ne prevede l’offerta attiva e gratuita anche ai soggetti con età pari a 65 anni (PNPV, ndr).3
La durata della protezione dipende dal tipo di vaccinazione effettuata e dall’età in cui viene somministrata. Alcuni vaccini, infatti, conferiscono una protezione duratura lungo tutto l’arco della vita, mentre per altri sono raccomandati richiami decennali.3
Il richiamo di una vaccinazione permette di mantenere elevata la protezione immunitaria individuale nei confronti di una specifica malattia infettiva e garantire anche nella popolazione generale, qualora i livelli di copertura vaccinale siano elevati, l’instaurarsi della cosiddetta, essenziale a limitare la circolazione di un determinato patogeno ed evitare il riemergere di malattie ormai sotto controllo, difendendo così anche le fasce di popolazione più vulnerabili come anziani, bambini molto piccoli ancora non completamente vaccinati e soggetti a rischio.3
È importante, quindi, che durante l’adolescenza sia raccomandata ed effettuata una dose di vaccino anti-meningococcico quadrivalente ACYW135, sia a chi non abbia mai effettuato,
nell’ infanzia la vaccinazione C o quadrivalente, sia a chi abbia già ricevuto una dose, in quanto la persistenza della protezione è legata a un elevato titolo anticorpale battericida, che tende a diminuire nel tempo.4
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale italiano, infatti, ha inserito una dose di richiamo, rappresentata dal vaccino ACWY nel periodo dell’adolescenza, un’età a maggior rischio rispetto al resto della popolazione, proprio per rafforzare la risposta immunitaria ad una eventuale infezione.3
Il vaccino in genere va somministrato solo alle fasce di popolazione raccomandate e ai gruppi a rischio, per mantenere alta la protezione collettiva e individuale dalla malattia. La diffusione della meningite in generale è bassa 3 e, salvo alcuni focolai individuati negli ultimi anni ma ben delimitati, non si sono verificate epidemie.
In queste occasioni, ad esempio, sono state introdotte modifiche al Piano Vaccinale e dei richiami delle regioni coinvolte per specifici periodi in cui si è riscontrato un aumento della probabilità di contagio (es. Lombardia, Toscana) per la presenza di focolai.
La vaccinazione negli adulti non è raccomandata, a meno che non siano presenti alcuni fattori di rischio.3 In particolare la vaccinazione è indicata per persone a rischio perché affette da alcune patologie come talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite ed è consigliato anche in presenza di particolari condizioni di immunodepressione o necessità di viaggiare in zone a rischio di contagio per presenza di meningite.3
In questi casi è bene consultare il proprio medico per individuare la tipologia di vaccinazione più adeguata e mirata per ogni situazione.
Bibliografia
1. Le malattie meningococciche. SIMPE, Società Italiana Medici Pediatri [Ultimo accesso: 25/10/2020]
2. Malattia da meningococco: raccomandazioni (Regione Lombardia, ATS Bergamo) [Ultimo accesso: 9/11/2020]
3. Meningite: cosa c’è da sapere. Ministero della salute, Gennaio 2017 [Ultimo accesso: 24/10/2020]
4. Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 [Ultimo accesso: 12/02/2021]
La vaccinazione e il richiamo sono i mezzi più efficaci per contrastare la diffusione dell’infezione.
Le malattie meningococciche o meningiti sono gravi malattie batteriche causate principalmente dal meningococco, che può provocare gravi casi di infiammazione delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale, soprattutto nei bambini piccoli e negli adolescenti.1
«La vaccinazione e il richiamo sono i mezzi più efficaci per contrastare la diffusione dell’infezione e prevenire la malattia»2
In Italia ogni anno sono accertati circa 150-200 casi di malattia meningococcica; tuttavia è probabile che i casi reali siano più numerosi, anche se talvolta non correttamente diagnosticati.1 Pur essendo oggi possibile una cura con antibiotici, l’infezione spesso è così rapida che, anche con una diagnosi e una terapia tempestiva, essa provoca la morte nel 10-15% dei casi.1La vaccinazione e il richiamo sono i mezzi più efficaci per contrastare la diffusione dell’infezione e prevenire la malattia, perché forniscono gli anticorpi necessari a proteggere l’organismo.2
Tra gli agenti batterici che causano la meningite il più temuto è Neisseria meningitidis (meningococco), oltre a Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e Haemophilus influenzae. Esistono 12 gruppi di meningococchi, di cui 5 (A, B, C, Y, W135) sono responsabili della malattia meningococcica invasiva:1 per questi gruppi sono stati infatti sviluppati vaccini specifici. 3 Il più aggressivo è il meningococco di sierogruppo C, che insieme al B è il più frequente in Italia e in Europa.3
In particolare, esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:1
Per i vaccini raccomandati non c’è obbligo di somministrazione. Tuttavia, sono inseriti nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed è previsto che siano offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione ritenute a maggior rischio di infezione.3
In particolare, la scheda vaccinale attualmente in vigore prevede:
Per i vaccini raccomandati non c’è obbligo di somministrazione. Tuttavia, sono inseriti nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ed è previsto che siano offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione ritenute a maggior rischio di infezione.3
L’incidenza della patologia da Meningococco B, nonostante sia documentata anche negli adulti, è particolarmente accentuata nei bambini sotto l’anno di vita, di solito tra il quarto ed il nono mese, con un picco registrato nel quinto mese.1
La vaccinazione contro il meningococco B prevede dosi sequenziali diverse a seconda dell’età in cui si inizia a vaccinare, anche se il vaccino è indicato soprattutto al di sotto di un anno di età.3
In particolare:
Data la sua recente introduzione, la priorità nella somministrazione di questa vaccinazione è rappresentata in questo momento dal suo utilizzo nell’età in cui è massimo l'impatto della malattia, ovvero nella prima infanzia. Tuttavia, l’epidemiologia di tutte le infezioni meningococciche è analoga, per cui in prospettiva potrà essere disponibile un’offerta attiva di tale vaccinazione anche nella popolazione adolescente.
Chiunque può contrarre la malattia da meningococco, ma alcune persone sono maggiormente a rischio. La vaccinazione anti-meningococcica con vaccino tetravalente è quindi raccomandata agli adolescenti, in quanto rientrano tra le categorie a maggiore rischio di contagio, sebbene limitato rispetto ad altre malattie infettive molto più contagiose, come influenza e morbillo.3 Gli adolescenti possono ricevere il vaccino tetravalente che potrà fungere sia da primo vaccino che da dose di richiamo per chi ha già effettuato il vaccino contro il meningococco C durante i primi anni di vita. In particolare, la vaccinazione viene somministrata nel periodo tra i 12 e i 18 anni di età.4
Nel caso di soggetti già vaccinati, la dose di richiamo serve a rafforzare la risposta immunitaria ad una eventuale infezione.3
La vaccinazione contro Haemophilus influenzae tipo B è solitamente effettuata insieme a quella antitetanica, antidifterica, antipertosse, antipolio e antiepatite B, al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino, come da calendario vaccinale italiano. Non sono necessari ulteriori richiami.3
Allo stesso modo, la vaccinazione contro lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è offerta gratuitamente e il calendario nazionale prevede la somministrazione di tre dosi al 3°, 5° e 11° mese di vita del bambino. Inoltre, attualmente se ne prevede l’offerta attiva e gratuita anche ai soggetti con età pari a 65 anni (PNPV, ndr).3
La durata della protezione dipende dal tipo di vaccinazione effettuata e dall’età in cui viene somministrata. Alcuni vaccini, infatti, conferiscono una protezione duratura lungo tutto l’arco della vita, mentre per altri sono raccomandati richiami decennali.3
Il richiamo di una vaccinazione permette di mantenere elevata la protezione immunitaria individuale nei confronti di una specifica malattia infettiva e garantire anche nella popolazione generale, qualora i livelli di copertura vaccinale siano elevati, l’instaurarsi della cosiddetta, essenziale a limitare la circolazione di un determinato patogeno ed evitare il riemergere di malattie ormai sotto controllo, difendendo così anche le fasce di popolazione più vulnerabili come anziani, bambini molto piccoli ancora non completamente vaccinati e soggetti a rischio.3
È importante, quindi, che durante l’adolescenza sia raccomandata ed effettuata una dose di vaccino anti-meningococcico quadrivalente ACYW135, sia a chi non abbia mai effettuato,
nell’ infanzia la vaccinazione C o quadrivalente, sia a chi abbia già ricevuto una dose, in quanto la persistenza della protezione è legata a un elevato titolo anticorpale battericida, che tende a diminuire nel tempo.4
Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale italiano, infatti, ha inserito una dose di richiamo, rappresentata dal vaccino ACWY nel periodo dell’adolescenza, un’età a maggior rischio rispetto al resto della popolazione, proprio per rafforzare la risposta immunitaria ad una eventuale infezione.3
Il vaccino in genere va somministrato solo alle fasce di popolazione raccomandate e ai gruppi a rischio, per mantenere alta la protezione collettiva e individuale dalla malattia. La diffusione della meningite in generale è bassa 3 e, salvo alcuni focolai individuati negli ultimi anni ma ben delimitati, non si sono verificate epidemie.
In queste occasioni, ad esempio, sono state introdotte modifiche al Piano Vaccinale e dei richiami delle regioni coinvolte per specifici periodi in cui si è riscontrato un aumento della probabilità di contagio (es. Lombardia, Toscana) per la presenza di focolai.
La vaccinazione negli adulti non è raccomandata, a meno che non siano presenti alcuni fattori di rischio.3 In particolare la vaccinazione è indicata per persone a rischio perché affette da alcune patologie come talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite ed è consigliato anche in presenza di particolari condizioni di immunodepressione o necessità di viaggiare in zone a rischio di contagio per presenza di meningite.3
In questi casi è bene consultare il proprio medico per individuare la tipologia di vaccinazione più adeguata e mirata per ogni situazione.
Bibliografia
1. Le malattie meningococciche. SIMPE, Società Italiana Medici Pediatri [Ultimo accesso: 25/10/2020]
2. Malattia da meningococco: raccomandazioni (Regione Lombardia, ATS Bergamo) [Ultimo accesso: 9/11/2020]
3. Meningite: cosa c’è da sapere. Ministero della salute, Gennaio 2017 [Ultimo accesso: 24/10/2020]
4. Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 [Ultimo accesso: 12/02/2021]
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In Italia ogni anno sono accertati circa 150-200 casi di malattia meningococcica