Pertosse

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COS'E'

PERTOSSE: COS'È?

La pertosse è una malattia infettiva di origine batterica che interessa prevalentemente l’apparato respiratorio.1 È una patologia endemica che si manifesta principalmente durante il periodo estivo-autunnale, con picchi epidemici ogni 3 o 5 anni.2

Il batterio della pertosse può essere trasmesso solo tra esseri umani e colpisce, soprattutto, i bambini di età inferiore ai 5 anni.2 Per questo, la pertosse nei neonati è un fenomeno da non trascurare e che è possibile prevenire attraverso il vaccino anti-pertosse in gravidanza.1

La pertosse lascia un’immunità che diminuisce nel corso del tempo.3 Contrarre il batterio da piccoli o essere sottoposti al vaccino anti-pertosse, quindi, non impedisce al soggetto di subire nuovi attacchi in età più adulta, anche se in forma più lieve o atipica.1

LE CAUSE

LE CAUSE DELLA PERTOSSE

La pertosse è causata da un agente patogeno, Bordetella pertussis, che si localizza nelle cellule di rivestimento dell’apparato respiratorio, causando tosse molto violenta e fischi durante la fase d’inspirazione.

È una patologia contagiosa che si trasmette per via aerea, passando da naso e bocca, fino a diffondersi ed infettare le vie respiratorie.1

I SINTOMI

PERTOSSE, COME RICONOSCERLA: I SINTOMI

I sintomi della pertosse sono diversi a seconda della fase della patologia, che si sviluppa in 3 stadi.

  • Fase catarrale. Ha una durata di circa 2 settimane durante le quali possono comparire un rialzo della temperatura e una sintomatologia generica, molto simile a quella di altre malattie che interessano l’apparato respiratorio.
  • Fase convulsiva. Può durare fino a 6 settimane. In questa fase compaiono i sintomi tipici della pertosse come colpi di tosse violenta e stizzosa, seguiti da un “urlo inspiratorio” finale e dall’espulsione di catarro molto denso. La produzione di muco può generare anche conati di vomito.
  • Fase di convalescenza. Può durare da 1 a 2 settimane in cui si assiste ad un’attenuazione progressiva dei sintomi fino alla guarigione completa.1

La pertosse ha un periodo d’incubazione che varia dai 7 ai 20 giorni e, in assenza di complicazioni, la patologia si esaurisce in 6-10 settimane.

Se contratta da adulti, la pertosse può portare a complicanze come incontinenza, dimagrimento e lesioni ossee delle costole causate dalla tosse prolungata e violenta.2

In caso di pertosse nei neonati, invece, le complicazioni possono essere più gravi causando, talvolta, anche conseguenze invalidanti come:

  • emorragie sottocongiuntivali ed epistassi (emorragie dal naso);
  • otiti medie purulente causate dalla sovrapposizione con altre infezioni;
  • polmoniti e broncopolmoniti.

Nei bambini, poi, a causa dei colpi di tosse violenti e ripetuti, possono verificarsi stati di apnea e soffocamento. La scarsa ossigenazione del sangue può comportare, inoltre, danni al sistema nervoso centrale (encefalopatia).1

COME SI TRASMETTE

COME SI TRASMETTE

La pertosse è una malattia molto contagiosa che si trasmette per via aerea tramite le goccioline di saliva emesse nell’aria con la tosse, gli starnuti o parlando a distanza ravvicinata. Il paziente è contagioso nella fase catarrale e può trasmettere il virus per circa 2 settimane dalla comparsa dei sintomi.

La pertosse non ha portatori sani che ospitano il virus senza essere malati. Esistono però rari casi in cui la malattia si sviluppa in forma asintomatica o atipica.1

CHI E' A RISCHIO

CHI SONO I SOGGETTI A RISCHIO

Proprio a causa della sua facilità di trasmissione e in funzione delle complicazioni che ne possono derivare, i soggetti ritenuti più a rischio di contrarre la pertosse sono i bambini, soprattutto durante i primi anni di età.

L’introduzione dei vaccini per la pertosse ha diminuito notevolmente l’incidenza della malattia ma, soprattutto in alcuni Paesi, la patologia è, ancora oggi, la causa di morte di molti neonati.3

DIAGNOSI

COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI

La diagnosi della pertosse viene effettuata dal medico sulla base dell’anamnesi, di un esame approfondito dello stato fisico del malato e dell’analisi in laboratorio di campioni di muco, prelevati da naso e gola.

Per la diagnosi della pertosse è possibile eseguire anche appositi esami del sangue e radiografie del torace.1

TRATTAMENTO E PREVENZIONE

TRATTAMENTO E PREVENZIONE

La cura della pertosse avviene attraverso l’assunzione di antibiotici specifici che combattono l’infezione e che, uniti al riposo in un ambiente tranquillo e confortevole, consentono al paziente di debellare il batterio.1 La terapia antibiotica effettuata durante la prima fase della malattia, oltre alla cura della pertosse, consente di ridurre il periodo di contagiosità e la durata della patologia stessa.3

Per combattere la pertosse è fondamentale la prevenzione effettuando la vaccinazione antipertossica. Il vaccino per la pertosse viene somministrato durante il primo anno di vita del bambino, con 2 richiami successivi a 5- 6 anni e tra gli 11 e i 18 anni. Sono consigliati ulteriori richiami ogni 10 anni.1

Importante, poi, è la vaccinazione anti-pertosse in gravidanza, che garantisce il trasferimento passivo di anticorpi al futuro nascituro e un’immunità dalla malattia durante i primi mesi di vita.4

Referenze

[1] Ministero della Salute, Malattie infettive, Pertosse: http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=7&area=Malattie_infettive [ultimo accesso 05/07/2021]

[2] Vaccinarsi, Malattie prevenibili, Pertosse: http://www.vaccinarsi.org/malattie-prevenibili/pertosse.html [ultimo accesso 05/07/2021]

[3] Epicentro https://www.epicentro.iss.it/pertosse/ [ultimo accesso 05/07/2021]

[4] Fondazione Veronesi https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/ginecologia/vaccinazioni-in-gravidanza-unopportunita-per-difendere-il-bebe [ultimo accesso 05/07/2021]

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