ARTICOLO

diabete e polmonite: perché vaccinarsi contro lo pneumococco

25 Settembre 2023

La polmonite rappresenta la causa più comune di ricovero ospedaliero, con un elevato rischio di mortalità.1 A livello globale, la principale causa della malattia è attribuita a uno specifico batterio gram-positivo trasmesso per via aerea, lo Streptococcus pneumoniae, comunemente noto come pneumococco.2 

Oltre alla polmonite, lo pneumococco può causare infezioni all’orecchio e ai seni paranasali, meningite (infezione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale) e setticemia (infezione del sangue).3


Il legame tra diabete e polmonite

I pazienti affetti da diabete sono particolarmente suscettibili alle infezioni pneumococciche e alle loro complicanze.1

In base ai dati ISTAT in Italia nel 2020 si è stimata una prevalenza del diabete pari al 5,9%, che corrisponde a oltre 3,5 milioni di persone, con un trend in espansione negli ultimi anni.4 La frequenza aumenta al crescere dell’età (inferiore al 3% tra le persone con meno di 50 anni, 9% tra quelle di 50-69 anni, 21% tra quelle aventi più di 75 anni), ed è maggiore tra gli uomini rispetto alle donne (5,3% vs 4,1%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate e nelle Regioni meridionali rispetto al Centro e al Nord Italia.4
 

Perché il sistema immunitario è compromesso nelle persone con diabete?

Il diabete è una malattia che può indebolire il sistema immunitario, rendendo l’organismo maggiormente vulnerabile alle infezioni.1

L'alto livello di zuccheri nel sangue (iperglicemia) influisce sul sistema immunitario in modi diversi:

  • provoca stress ossidativo che, a sua volta, indebolisce le difese rendendole meno efficaci nel combattere le infezioni1
  • può causare rilascio di sostanze infiammatorie (citochine) e conseguente infiammazione1
  • fornisce una fonte extra di nutrienti per i batteri presenti nel corpo, facilitando la loro crescita e rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni.1

Il diabete, inoltre, può influire negativamente sulla circolazione sanguigna degli organi, riducendo l'apporto di sangue e rendendoli più vulnerabili all’attacco di microrganismi.1
 

Il diabete aumenta il rischio di polmonite?

La polmonite rappresenta la seconda causa di ricovero ospedaliero per i pazienti diabetici: hanno infatti un rischio tre volte maggiore di sviluppare polmonite ed essere ricoverati rispetto alle persone sane.1

Questo rischio si accentua ulteriormente per i pazienti di età superiore ai 65 anni, che hanno fino a tre volte probabilità in più di contrarre la polmonite rispetto ai pazienti più giovani.1

La presenza di comorbilità aumenta ulteriormente il rischio di polmonite.

Bisogna, infatti, tenere presente che chi ha il diabete solitamente soffre anche di altre patologie, come ad esempio la malattia renale cronica o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (PBCO).5

 

Dato che il diabete è una malattia cronica, le persone affette da questa condizione sono esposte al rischio di contrarre la malattia pneumococcica in qualsiasi momento dell’anno e non solo durante la stagione invernale come accade per l'influenza stagionale.1


La polmonite può essere grave per le persone con diabete?

Nei pazienti con diabete di tipo 2, il ricovero ospedaliero per polmonite è associato a un tasso di mortalità più elevato rispetto ad altre malattie non infettive. I pazienti diabetici ricoverati per polmonite presentano un rischio di mortalità più alto nei primi 30 giorni e, a un anno di distanza, un terzo di loro non sopravvive.6

La polmonite agisce come un fattore scatenante che accelera le malattie croniche preesistenti, provocando eventi cardiovascolari fatali e peggiorando la funzione renale.6

Nella polmonite acquisita in comunità (CAP), si osservano livelli elevati di citochine e indicatori di coagulazione del sangue, associati a un maggior rischio di mortalità per problemi cardiaci gravi.6

L'infezione polmonare è infatti collegata all'aumento del rischio di peggioramento della patologia cardiaca di base.6

La polmonite può influire negativamente anche sulla funzione renale e aumentare il rischio di complicanze nei pazienti diabetici. Nella CAP si è riscontrata un'associazione tra il diabete e l'insufficienza renale acuta.6

I pazienti anziani con diabete e funzione renale compromessa presentano un rischio più elevato di mortalità in seguito alla polmonite.6

L’insufficienza renale acuta può essere anche causata dalla tossicità degli antibiotici, specialmente quando si rende necessario utilizzarne di potenzialmente tossici per combattere batteri particolarmente resistenti.6
 

Vaccinazione antipneumococcica

Le patologie causate dallo pneumococco possono essere prevenute mediante vaccinazione.2

È importante sottolineare che, nonostante un adeguato controllo della glicemia possa ridurre il rischio di complicanze diabetiche e favorire una migliore risposta del sistema immunitario, è fondamentale che la persona diabetica si sottoponga alla vaccinazione antipneumococcica, indipendentemente dal controllo glicemico.1

Come è già stato osservato, durante le infezioni gravi, le citochine prodotte possono causare problemi nel funzionamento dei vasi sanguigni, aumentare l'instabilità delle placche nelle arterie e portare al rischio di infarto cardiaco: poiché la vaccinazione antipneumococcica previene le infezioni gravi, ha anche un effetto protettivo per il cuore, riducendo il rischio di infarto e di morte.2

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (2017-2019) del Ministero della Salute raccomanda a tutte le persone affette da diabete mellito la vaccinazione antipneumococcica.7

 

L’uso eccessivo e non sempre ottimale degli antibiotici ha generato un problema globale di resistenza antimicrobica (AMR, Antimicrobial Resistance). I vaccini possono contribuire a prevenire le infezioni batteriche, e a ridurre l'uso di antibiotici.8 Si stima che se tutti i bambini a livello globale fossero vaccinati contro lo pneumococco, si potrebbe prevenire l'utilizzo di antibiotici per un totale di circa 11 milioni di giorni ogni anno.8


La vaccinazione è sicura?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea non solo come la vaccinazione offra numerosi vantaggi rispetto ai rischi associati ma anche che, senza i vaccini, ci sarebbero un maggior numero di malattie e decessi.9 

La vaccinazione è un processo sicuro e gli eventuali effetti collaterali di un vaccino di solito sono lievi e temporanei, come una leggera febbre o dolore al braccio. Sebbene effetti collaterali più gravi siano possibili, sono estremamente rari.9

Ogni vaccino approvato è sottoposto a rigorosi test attraverso diverse fasi prima di essere autorizzato per l’uso e, dopo l'introduzione sul mercato, continua a essere attentamente valutato. Gli scienziati monitorano sistematicamente informazioni provenienti da diverse fonti per individuare in modo tempestivo eventuali segnali di rischi per la salute legati ai vaccini.9

Le possibilità di subire gravi danni a causa di una malattia che può essere prevenuta con la vaccinazione sono molto maggiori rispetto ai rischi derivanti dal vaccino stesso.9

Altre misure per prevenire la polmonite nel paziente diabetico oltre alla vaccinazione

  • Evitare il fumo.3
  • Limitare l'assunzione di alcol.3
  • Adottare uno stile di vita sano: mantenere una dieta equilibrata e fare attività fisica regolare può contribuire a rafforzare il sistema immunitario e a difendersi dalle infezioni, compresa la polmonite.3

 

Bibliografia
1. Al-Dahash R, Kamal A, Amir A, Shabaan A, Ewias D, Jnaid H, Almalki M, Najjar N, Deegy N, Khedr S, Bukhary S. Insights From the Current Practice of Pneumococcal Disease Prevention for Diabetic Patients in Saudi Arabia. Cureus. 2022 Mar 29;14(3):e23612. doi: 10.7759/cureus.23612. PMID: 35494972; PMCID: PMC9048768. Disponibile al sito:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9048768/
[Ultimo accesso 15/06/2023]
2. See, K.C. Pneumococcal Vaccination in Adults: A Narrative Review of Considerations for Individualized Decision-Making. Vaccines 2023, 11, 908. Disponibile al sito: https://doi.org/10.3390/vaccines11050908
[Ultimo accesso 15/06/2023]
3. Diabetes Australia. Pneumococcal disease & diabetes Disponibile al sito:
https://www.diabetesaustralia.com.au/managing-diabetes/pneumococcal-disease/ 
[Ultimo accesso 15/06/2023]
4. Istituto Superiore di Sanità (ISS). EpiCentro. Diabete: aspetti epidemiologici. Disponibile al sito
https://www.epicentro.iss.it/diabete/epidemiologia-italia  [Ultimo accesso 15/06/2023]
5. Ghit, A. Pneumococcal vaccination in diabetic patients: review from clinical practice. Egypt J Intern Med 35, 16 (2023). https://doi.org/10.1186/s43162-023-00202-7 Disponibile al sito:
https://ejim.springeropen.com/articles/10.1186/s43162-023-00202-7 
[Ultimo accesso 15/06/2023] 
6. Falcone M, Tiseo G, Russo A, Giordo L, Manzini E, Bertazzoni G, Palange P, Taliani G, Cangemi R, Farcomeni A, Vullo V, Violi F, Venditti M. Hospitalization for Pneumonia is Associated With Decreased 1-Year Survival in Patients With Type 2 Diabetes: Results From a Prospective Cohort Study. Medicine (Baltimore). 2016 Feb;95(5):e2531. doi: 10.1097/MD.0000000000002531. PMID: 26844461; PMCID: PMC4748878. Disponibile al sito: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4748878/ 
[Ultimo accesso 15/06/2023]
7. Ministero della Salute. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV 2017-2019) Disponibile al sito:
https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1679488094.pdf 
[Ultimo accesso 19/06/2023]
8. World Health Organization (WHO). Antibiotic resistance: Why vaccination is important Disponibile al sito:
https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/antibiotic-resistance-why-vaccination-is-important
[Ultimo accesso 19/06/2023]
9. World Health Organization (WHO). Vaccines and immunization: Are vaccines safe? Disponibile al sito:
https://www.who.int/news-room/questions-and-answers/item/vaccines-and-immunization-what-is-vaccination
[Ultimo accesso 15/06/2023]


PP-UNP-ITA-2113

Free for download and order
Yes

La polmonite è un’infezione molto diffusa1, soprattutto in ambito ospedaliero

16 Febbraio 2021
Detailed description: 
Description to the right of Yellow bar: 

La polmonite è un’infezione molto diffusa1, soprattutto in ambito ospedaliero1 e per quanto riguarda alcune categorie di persone particolarmente a rischio, come gli anziani over 65.

Nell'anziano lo pneumococco è il patogeno maggiormente associato allo sviluppo di polmonite, la quale può essere anche la conseguenza di una coinfezione o la complicanza di una malattia preesistente. 

I rischi maggiori, ai quali l’anziano può andare incontro, possono essere correlati sia alla difficoltà e complessità diagnostica della patologia in età avanzata, sia alla presenza di diversi fattori correlati all’età, che contribuiscono a rendere l’anziano più vulnerabile alle infezioni e allo sviluppo di polmonite.

Large Image: 
Blockquotes in pink: 

«Ci sono diversi fattori correlati all’età che contribuiscono a indebolire il sistema immunitario, rendendo l’anziano più vulnerabile alle infezioni»3

Main Description: 

Che cosa è la polmonite e come si contrae

Con il termine “polmonite” si intende uno stato infiammatorio che interessa i polmoni e che ostacola la funzione respiratoria.1 Questa patologia può essere causata da batteri, da virus o, meno frequentemente, da altri organismi (parassiti, funghi o lieviti) e rappresenta una delle più comuni cause di infezione respiratoria1.

Il contagio tra persone avviene attraverso contatto diretto con le mani o tramite inalazione di piccole goccioline prodotte dal soggetto infetto (colpi di tosse, starnuti). A volte la polmonite può svilupparsi come un’infezione batterica secondaria a una malattia in corso (es. virus influenzale).2

Nel soggetto anziano la polmonite può anche essere presente assieme ad altre infezioni virali o batteriche (coinfezione),4 una complicanza di una malattia preesistente9 o dell’inalazione di materiale attraverso la via orofaringea, che raggiunge i polmoni e provoca un’infezione batterica (polmonite da inalazione).2 La polmonite da inalazione rappresenta un elemento di particolare rilevanza nell’anziano7 ed è maggiormente frequente in pazienti trattati con farmaci sedativi o narcotici e in quelli con malattie cerebrovascolari e neurodegenerative. Spesso è associata a problemi di deglutizione o ad intubazione naso-gastrica.1

 

 

I rischi dello pneumococco nei pazienti over 65

Lo pneumococco (Streptococcus pneumoniae) è responsabile di un ampio numero di infezioni invasive, quali batteriemia, polmonite e meningite, caratterizzate da una elevata letalità. Queste infezioni sono difficilmente curabili, in quanto spesso resistenti al trattamento antibiotico:3 nell’Unione Europea, si stima che ogni anno circa 1,5 milioni di pazienti over 65 si ammalano di malattia invasiva da pneumococco e circa il 20-40% muore, nonostante le terapie.3

Negli anziani lo pneumococco è la causa più comune di polmonite e rappresenta il 30-50% delle polmoniti acquisite in comunità.3

Il tasso di incidenza e di gravità delle polmoniti aumenta con l'età, con una letalità che è del 10-30% negli adulti. 

 

Anziani e polmonite: perché gli anziani over 65 sono una categoria ad alto rischio? Ecco i 10 motivi

Indipendentemente dall'età, la polmonite si verifica quando la capacità di infezione di un patogeno supera i meccanismi di difesa dell'ospite. 

Ci sono diversi fattori correlati all'età che contribuiscono a indebolire il sistema immunitario, rendendo l'anziano più vulnerabile alle infezioni.4

In particolare, i fattori che predispongono allo sviluppo di polmonite sono rappresentati da: 

1. Variazioni correlate alla struttura e alla funzionalità del sistema respiratorio

È noto che l’invecchiamento porta a variazioni correlate alla struttura e ad una riduzione della funzionalità del sistema respiratorio, con una conseguente diminuzione delle difese nei confronti degli agenti patogeni e una ridotta efficienza polmonare.4

2. Cambiamenti neurologici

Nel paziente anziano i cambiamenti dello stato mentale e la disfunzione del riflesso della deglutizione portano ad una ridotta capacità di tossire e sono fortemente associati allo sviluppo della polmonite da inalazione.
Viene stimato che i pazienti con ictus pregresso hanno una maggiore incidenza di polmonite (10-30%)3 e che la difficoltà di deglutizione è fortemente associata alla polmonite comunitaria negli anziani.4

3. Alterazioni del sistema immunitario e riduzione delle difese

Diversi studi, condotti su animali e uomo, hanno dimostrato che l’invecchiamento è associato ad una alterata risposta immunitaria. I pazienti con età superiore a 70 anni mostrano più frequentemente, rispetto a pazienti più giovani, uno stato di infiammazione cronica, il quale contribuisce a ridurre la risposta immunitaria alle infezioni delle vie respiratorie.4

4. Presenza di comorbilità (coesistenza di più patologie)

Comorbilità, disabilità e fragilità sono molto frequenti nel paziente anziano e sono associate ad un aumentato rischio di sviluppare la polmonite ed incrementano il tasso di mortalità.1

Le comorbilità più frequenti sono le malattie cardiovascolari e polmonari, il diabete mellito, i tumori e la demenza. I pazienti anziani che soffrono di comorbilità hanno un maggior rischio di incorrere in complicazioni, come:

5. Alta percentuale di pazienti in politerapia

Nei pazienti anziani l’assunzione di più farmaci è frequente. Sono diversi i farmaci associati a un rischio più elevato di polmonite, inclusi i farmaci antipsicotici e quelli anticolinergici, entrambi usati per trattare patologie quali la demenza, l'incontinenza urinaria, la depressione, il dolore e l'insonnia. Alcuni degli effetti collaterali degli anticolinergici includono sedazione e alterazione dello stato mentale, che aumentano il rischio di polmonite, come anche i corticosteroidi per via inalatoria.4

6. Maggiore percentuale di persone ospedalizzate

Nei soggetti anziani la polmonite può essere particolarmente severa dal punto di vista clinico e quindi necessitare di ospedalizzazione.7 Di solito l’ospedale rappresenta una sede assistenziale ma spesso anche un luogo di infezione1. Infatti, la polmonite acquisita in casa di cura (NHAP), la polmonite acquisita in ospedale (HAP) e la polmonite associata all’utilizzo del ventilatore (VAP), sono patologie molto comuni, soprattutto negli anziani maggiormente compromessi e fragili.1

7.  Aumentata frequenza di colonizzazione delle vie respiratorie

Nell’anziano la colonizzazione batterica da parte di agenti patogeni risulta aumentata, a causa di fattori quali l’aumentata frequenza di utilizzo della terapia antibiotica, l’intubazione endotracheale, il fumo di sigaretta, malnutrizione, interventi chirurgici e terapie farmacologiche che riducono l’acidità gastrica,7 soprattutto nei pazienti ospedalizzati e in condizioni critiche1.

8. Scarsa igiene orale

La placca dentaria sembra coinvolta nella patogenesi delle polmoniti in pazienti anziani ospedalizzati, pertanto è necessaria una maggiore attenzione all’igiene orale quotidiana.7

9. Deglutizione anormale

La disfagia orofaringea è una condizione comune tra gli anziani5: essa può dare origine ad una ridotta efficacia della deglutizione, che porta a malnutrizione e/o disidratazione ma anche ad accidentale inalazione orofaringea e/o tracheobronchiale. L'inalazione orofaringea è stata riconosciuta come un importante fattore che favorisce la polmonite negli anziani.5

10. Malnutrizione

Nei pazienti over 65 la nutrizione è problematica, sia per ragioni fisiologiche che patologiche: possono subentrare problemi di masticazione e deglutizione, può manifestarsi una alterazione del gusto, un rallentamento della digestione e dell’assorbimento ed una minore autonomia di movimento. È noto che la malnutrizione compromette la funzione immunitaria6 ed è spesso riscontrata negli anziani.

Il 30-60% dei pazienti geriatrici in reparti di lunga degenza sono malnutriti e possono essere particolarmente a rischio di sviluppare una infezione nosocomiale.6

 

Su quali fattori di rischio è possibile intervenire?

Solamente questi, tra i fattori di rischio precedentemente citati, sono modificabili8:

  • Deglutizione anormale: come già osservato, questo è un importante fattore di rischio nell’anziano. La sua gestione è necessaria anche per prevenire la malnutrizione, la disidratazione e la secchezza del cavo orale.8
  • Stile di vita: tra i fattori di rischio correlati allo stile di vita, il fumo ed il consumo di alcol sono quelli associabili ad un maggior rischio di polmonite, anche nei pazienti anziani.
  • Effetti collaterali dei farmaci: il trattamento farmacologico deve essere costantemente monitorato e modulato in funzione della cura, limitando, per quanto possibile, gli effetti collaterali associati.8
  • Scarsa igiene orale: alcune pratiche, come l’eliminazione della placca e la rimozione della protesi prima di coricarsi, sono misure efficaci per ridurre il rischio di polmonite.8

 

 

Le 4 principali conseguenze della polmonite

  1. Declino dello stato generale di salute: sebbene la polmonite possa essere problematica per gli anziani in perfetta salute, lo è ancora di più per quelli con patologie croniche preesistenti (come malattie cardiovascolari e polmonari, diabete), fragilità o declino cognitivo. Quest’ultima categoria di persone ha un rischio maggiore di contrarre la malattia ed avere esiti negativi in seguito al ricovero.9
  2. Aumentato rischio di mortalità: gli anziani ricoverati in ospedale per polmonite acquisita in comunità hanno un aumentato rischio di mortalità nei successivi 5 anni di vita ed un aumento del rischio di essere successivamente ricoverati.9
  3. Aumentato rischio di sviluppare altre patologie: la polmonite contratta in tarda età è associata ad un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, depressione, disturbi metabolici e demenza.9
  4. Maggior tasso di ospedalizzazione: negli anziani i tassi di ospedalizzazione per polmonite sono molto alti, con una buona percentuale di casi che richiedono una degenza in terapia intensiva, soprattutto in pazienti fragili e in condizioni di salute precarie.

 

Prevenzione e terapia della polmonite negli anziani

La prevenzione si basa fondamentalmente sulla possibilità di intervenire su fattori di rischio modificabili e sulla vaccinazione. Nei pazienti over 65 la vaccinazione è fortemente consigliata. 

La maggior parte dei casi di polmonite negli anziani è causata dallo pneumococco oppure è un esito post-influenzale.9 Per questo motivo la vaccinazione influenzale e pneumococcica sono essenziali7 e rappresentano una misura efficace di prevenzione1, anche per ridurre eventuali conseguenze a lungo termine sulla salute.9 In particolare, la vaccinazione pneumococcica è raccomandata ai 65enni10 e – se deciso su base regionale – dei 70enni.  

 

Terapia della polmonite

La terapia della polmonite si basa fondamentalmente sulla somministrazione di antibiotici e di ossigeno, sulla nutrizione parenterale e la terapia cardiovascolare. 
Il trattamento antibiotico deve essere determinato in base al tipo di agente patogeno infettante e richiede l’esecuzione dell’antibiogramma per valutare la molecola antibiotica maggiormente efficace:7 è importante che vengano utilizzate delle strategie mirate, in particolare nei pazienti critici con infezioni gravi e fragili. Infatti, una terapia antimicrobica iniziale inadeguata è associata ad un'aumentata mortalità.

Di grande importanza nel paziente anziano non è solo l'uso del farmaco appropriato, ma anche la durata della terapia e la somministrazione di un dosaggio corretto.1 Nei soggetti over 65 con più patologie è necessario valutare il potenziale di tossicità renale provocato dagli antibiotici e gli eventuali effetti collaterali indotti da altri farmaci che interagiscono con questi.7

 

Bibliografia
[1] Cacciatore, F. et al.  Pneumonia and hospitalizations in the elderly. Geriatric Care. 2017; 3: 6377 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[2] ATS Patient Education Series. American Thoracic Society. Am J Respir Crit Care Med. 2016; 193: 1-2 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[3] Mennini, F.S. et al. Budget impact analysis della vaccinazione anti-pneumococcica negli adulti/anziani in italia. Global & Regional Health Technology Assessment 2015; 2: 43-52 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[4] Henig, O.  et al. Bacterial Pneumonia in Older Adults. Infect Dis Clin N Am. 2027; 31: 689–713 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[5] Cabre, M. et al. Prevalence and prognostic implications of dysphagia in elderly patients with pneumonia. Age and Ageing. 2010; 39: 39–45 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[6] Paillaud, E. et al. Relations between undernutrition and nosocomial infections in elderly patients. Age and Ageing. 2005; 34: 619–625 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[7] Ferrara, N. et al. Pneumonia in the elderly. G Gerontol. 2005; LIII: 594-602 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[8] Chebib, N. et al. Pneumonia prevention in the elderly patients: the other sides. Aging Clinical and Experimental Research. https://doi.org/10.1007/s40520-019-01437-7 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[9] Orihuela, C. et al. Consequences of Pneumonia in Older Adults. Springer Nature Switzerland AG 2019. D. Gu, M. E. Dupre (eds.), Encyclopedia of Gerontology and Population Aging. https://doi.org/10.1007/978-3-319-69892-2_550-1 [Ultimo accesso 15/09/2020]
[10] Ministero della salute. PNPV. 2017 [Ultimo accesso 09/12/2020]

 

 

PP-VAC-ITA-0553

Left sidebar description: 

Indipendentemente dall'età, la polmonite si verifica quando la capacità di infezione di un patogeno supera i meccanismi di difesa dell'ospite.

Left sidebar image: 
Block Width: 
Half Container