ARTICOLO

 

IMPATTO PSICOLOGICO E COMPORTAMENTALE DEL COVID-19 SU ADULTI E BAMBINI

19 Ottobre 2022

Il COVID-19 ha provocato una crisi sanitaria globale che è durata più a lungo di quanto molti di noi avessero sperato e previsto.1

L’Italia è stato il primo Paese europeo in cui si è verificata l’epidemia che ha portato a un aumento della mortalità e a un sovraccarico delle strutture sanitarie.2
Il limitato controllo della situazione (e l’incertezza che abbiamo dovuto affrontare) ha richiesto molto a ognuno di noi, ma quanto siamo stati resilienti e chi sono le persone che ne hanno sofferto maggiormente?1

Resilienza è un termine che, in psicologia, indica la capacità di reagire di fronte a traumi e difficoltà.3

La pandemia ha colpito quasi tutti direttamente o indirettamente: a causa (o per la paura) dell'infezione da COVID-19 e/o in conseguenza dell’impatto economico e sociale dei suoi effetti.1
Durante la quarantena è stato registrato un aumento prevalentemente di ansia, depressione e sintomi da stress post-traumatico.2 Inoltre, sono stati frequentemente riportati sia il ricorso all’alimentazione emotiva (il mangiare non in risposta a stimoli di fame e sazietà, bensì in risposta a stimoli emotivi) sia la diminuzione dell’attività fisica con conseguente aumento del peso corporeo. (Fonte: studio italiano, condotto con un sondaggio via web che ha coinvolto 5008 partecipanti con età superiore ai 16 anni).2
 
La letteratura scientifica ha esaminato l'impatto della pandemia sulla salute mentale per quanto concerne gruppi di popolazione vulnerabili, come minorenni, anziani, donne in gravidanza, persone con un disturbo psichiatrico, pazienti a cui è stato diagnosticato il COVID-19 e operatori sanitari.1


Minorenni

Durante la fase pandemica acuta e in quelle successive, i diritti dei bambini e dei ragazzi (al gioco, allo sport, al tempo libero, allo sviluppo delle potenzialità, alla socializzazione) sono stati messi in secondo piano, trovando poco spazio nei provvedimenti emergenziali.4

      La sospensione delle attività educative in presenza e la sostituzione delle attività di istruzione con la didattica a distanza (DAD) hanno limitato le occasioni di approfondimento di crescita, di scoperta e di confronto che avvengono a scuola.4


      Bambini

      Il benessere dei bambini è stato correlato con quello dei genitori.1
      Lo stress dei genitori è aumentato significativamente dopo la chiusura della scuola perché, oltre a fronteggiare problemi finanziari e di salute, dovevano preoccuparsi della DAD oltre che delle proprie responsabilità.1
      Le fragilità registrate a livello familiare hanno portato i minori di età all’assenza del confronto con figure di riferimento adulte.4 

      In alcune realtà è stata, altresì, registrata una maggiore resilienza, soprattutto in famiglie coese, in quanto hanno vissuto il forzato lockdown come un’opportunità per fare nuove esperienze, impegnarsi nel volontariato o per ridare un significato al tempo trascorso in casa propria. In questi casi c’è stato un miglioramento del rapporto tra genitori e figli. 4


      Adolescenti

      L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha elencato i disturbi e i sintomi più frequentemente registrati durante la pandemia:
       
      • disturbi del comportamento alimentare
      • tentato suicidio o suicidio
      • autolesionismo
      • alterazioni del ritmo sonno-veglia
      • ritiro sociale. 4

      I soggetti più colpiti sono coloro che si trovano nelle fasi di transizione scolastica, cioè i ragazzi che si apprestano ad iniziare la prima classe della scuola secondaria di primo e secondo grado e il primo anno di università.4

      Hanno manifestato disagi ancora più severi i preadolescenti e adolescenti con disabilità, quelli provenienti da situazioni di svantaggio socio-culturale ed economico e quelli provenienti da percorsi migratori.4


      Bambini e adolescenti con un disturbo psichiatrico

      Gli studi hanno generalmente riportato un peggioramento dei sintomi nei giovani pazienti con disturbi alimentari, disturbi ossessivi compulsivi e disturbi dello sviluppo neurologico come il disturbo da deficit di attenzione (ADHD) e disordini dello spettro autistico (ASD).1

      Per approfondire
      1. Sintomi e disturbi nei minorenni aumentati durante la pandemia
      2. Fattori di rischio di malessere nei minorenni
      3. Fattori di resilienza nei minorenni


      Studenti universitari

      Le preoccupazioni riguardanti la pandemia di COVID-19 hanno aumentato i sintomi di stress post-traumatico, mentre i pensieri positivi sulla gestione dell'epidemia hanno mostrato l'effetto opposto (fonte: studio italiano condotto su 934 studenti a marzo e ad aprile del 2020).1


      Donne in gravidanza

      I numerosi studi effettuati nelle donne in gravidanza hanno avuto esiti contrastanti:1 da una parte quelli che hanno rilevato un aumento di casi di depressione e ansia,1 dall’altra quelli che hanno registrato una diminuzione del rischio non solo di depressione e ansia, ma anche di insonnia e stress post-traumatico.1
      I fattori predisponenti al malessere psico-emotivo sono stati:

      • il rischio di infezione da COVID-19
      • l'isolamento sociale
      • le difficoltà finanziarie e relazionali
      • l’insoddisfazione della vita coniugale
      • la violenza domestica
      • i disturbi del sonno.1

      È stato osservato che il soffrire di disturbi psichiatrici preesistenti ha aumentato la probabilità in tali donne di andare incontro a sintomi depressivi, ansiosi e dissociativi durante la pandemia, così come l’avere ansia pregressa ha esacerbato tale disturbo riguardo alla salute e alla società.1


      Persone con un disturbo psichiatrico

      I pazienti affetti da gravi malattie mentali non solo hanno un aumentato rischio di infettarsi rispetto alla popolazione generale,1 ma hanno maggiori difficoltà a rispettare le regole e gli obblighi stabiliti per combattere la pandemia.1

      La pandemia di COVID-19, tuttavia, non sembra aver avuto un ulteriore aumento della gravità dei sintomi d’ansia e depressione,1 mentre ha esacerbato i disturbi psichiatrici esistenti, in particolare in quelli in cui lo stress è un fattore chiave, come lo stress post-traumatico, i disturbi dell'umore e la schizofrenia.1


      Pazienti con COVID-19

      Nei tre mesi successivi al test positivo al COVID-19, a 1 sopravvissuto su 5 è stata diagnosticata per la prima volta ansia, depressione o insonnia (fonte: studio di coorte che ha utilizzato i dati di 69 milioni di cartelle cliniche).1

      In uno studio italiano, che ha valutato 381 pazienti dopo 1-4 mesi dal COVID-19, è stato riportato che il 30,2% di essi soffriva di stress post-traumatico.1

      Dato l'alto rischio di sequele psichiatriche dell'infezione da COVID-19, misure preventive che promuovono la salute mentale dovrebbero essere regolarmente incluse nella cura standard dei pazienti COVID-19 per aumentare la resilienza verso i disturbi mentali.1


      Anziani

      Le persone anziane sono state maggiormente colpite dalla pandemia rispetto alle più giovani poiché l'impatto fisico del COVID-19 è sostanzialmente più alto in questa fascia di popolazione. Gli anziani, inoltre, hanno maggiori probabilità di soffrire di altre patologie che devono essere curate ma, durante l’emergenza sanitaria, la disponibilità di appuntamenti e cure mediche è stata influenzata negativamente.1

      L'isolamento delle famiglie in primis e le minori connessioni sociali in generale (anche a causa di un minore accesso alla tecnologia) hanno aumentato il rischio di sviluppare sintomi psischiatrici, di compromettere le prestazioni cognitive e le capacità funzionali negli anziani.1

      Nonostante tutte le sfide che la popolazione anziana ha dovuto affrontare, sono stati riportati meno sintomi psichiatrici in questa popolazione rispetto alle fasce di età più giovani.1
      I risultati ottenuti da diversi studi internazionali potrebbero indicare che almeno un sottogruppo di anziani è notevolmente resiliente, potenzialmente a causa delle esperienze complesse avute durante la vita.1

      Per approfondire
      Anziani affetti da decadimento cognitivo e demenza


      Il personale sanitario è stato particolarmente colpito dalla pandemia di COVID-19

      Il personale sanitario è stato esposto a circostanze più stressanti rispetto a molti altri gruppi professionali per diversi fattori:

      • aumento del rischio di infezione
      • paura di infettare altre persone
      • isolamento dalla propria famiglia
      • richiesta di straordinari e condizioni di lavoro con turni di lunga durata
      • presenziare alla sofferenza e alla morte dei pazienti
      • diretta testimonianza delle situazioni sovraffollate e impegnative negli ospedali.1

      Nel complesso, gli operatori sanitari sembrano essere soggetti ad aumentato rischio di sintomi psicologici legati allo stress durante una pandemia.1

      Una metanalisi di 93 studi pubblicati tra gennaio e settembre 2020 su oltre 90.000 infermieri ha riportato stress, disturbi del sonno e aumento dei sintomi dell'alterato tono dell’umore e dell’ansia.1

      Sono ancora in corso studi sul rischio del personale sanitario per verificare se l'aumento dei sintomi è transitorio e può essere considerato una risposta normale a una situazione straordinaria e limitata nel tempo.1

      Bibliografia:

      1. Manchia M, Gathier AW, Yapici-Eser H, Schmidt MV, de Quervain D, van Amelsvoort T, Bisson JI, Cryan JF, Howes OD, Pinto L, van der Wee NJ, Domschke K, Branchi I, Vinkers CH. The impact of the prolonged COVID-19 pandemic on stress resilience and mental health: A critical review across waves. Eur Neuropsychopharmacol. 2022 Feb.
      Disponibile al sito: pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34818601/
      [Ultimo accesso 29/08/2022]

      2. Lorenzoni G, Azzolina D, Maresio E #PRESTOinsieme Study Group, et al Impact of the COVID-19 lockdown on psychological health and nutritional habits in Italy: results from the #PRESTOinsieme study BMJ Open 2022;12:e048916. doi: 10.1136/bmjopen-2021-048916
      Disponibile al sito: bmjopen.bmj.com/content/12/4/e048916
      [Ultimo accesso 29/08/2022]

      3. Dizionario Treccani: resilienza
      Disponibile al sito: www.treccani.it/vocabolario/resilienza/
      [Ultimo accesso 29/08/2022]

      4. Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi. Maggio 2022
      Disponibile al sito: www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/2022-05/pandemia-neurosviluppo-salute-mentale.pdf
      [Ultimo accesso 29/08/2022]

       

      PP-UNP-ITA-1153
      Yes

      La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

      14 Dicembre 2021
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      Cosa mangiare nel corso di una polmonite e nel successivo periodo di recupero? In questi casi il cibo non rappresenta solo un “genere di conforto”, ma una vera e propria arma aggiuntiva nel nostro arsenale, per contrastare l’infezione favorire un pronto e completo recupero.1

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      Polmonite: cosa mangiare e quale dieta seguire
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      Un apporto nutrizionale ottimale gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario.1

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      Un apporto nutrizionale ottimale gioca infatti un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario;1 in particolare nella polmonite, l’introduzione con la dieta di vitamine e oligoelementi (micronutrienti)  rappresenta una freccia ben appuntita di cui dotare il nostro “arco” immunitario.1 Si pensi che in uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero.1

      É bene quindi conoscere meglio il legame tra alimentazione e polmonite, al fine di una più rapida guarigione.

       

      Polmonite e alimentazione: ecco cosa non deve mancare nella nostra dieta

      La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

      Con i cibi vengono infatti introdotti i cosiddetti micronutrienti, ovvero sostanze di cui il nostro organismo necessita in quantità molto piccole, ma di importanza fondamentale per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.2

      I micronutrienti sono rappresentati da:2

      • Vitamine (A, del Gruppo B, C, D, E, K)
      • Minerali (calcio e fosforo)
      • Oligoelementi (ferro, zinco, selenio e magnesio)

      Basse concentrazioni di micronutrienti rendono il nostro organismo più suscettibile alle infezioni sia virali che batteriche,1 come quella da pneumococco, uno dei principali responsabili della polmonite.

      Il livello ematico dei micronutrienti (cioè la loro concentrazione nel sangue) può diminuire principalmente per due cause:

      1. Inadeguato apporto con la dieta 2
      2. Infezioni o altri fattori di stress 1

      In caso di polmonite, il loro reintegro con una adeguata alimentazione, oppure attraverso l’assunzione di integratori alimentari o cibi fortificati (arricchiti) favorisce sia il decorso clinico che il recupero.1  (Per saperne di più sugli alimenti fortificati clicca qui).

      Carenze o livelli non ottimali di micronutrienti, infatti, agiscono negativamente sul sistema immunitario e riducono la resistenza alle infezioni.1 Nel corso della polmonite, inoltre, si determina nel polmone un forte stress ossidativo, dovuto ai cosiddetti radicali liberi che si generano nel corso dell’infezione.3 Potremmo immaginare i radicali liberi come delle minuscole biglie di metallo che, andando a colpire le nostre cellule, arrecano quello che viene definito “danno da stress ossidativo”.3

      Numerosi studi hanno mostrato che, durante la polmonite, il danno da stress ossidativo risulta ben maggiore nelle persone che non seguono una dieta corretta, rispetto a quelle che si alimentano in maniera equilibrata;3 i polmoni di questi ultimi andranno incontro quindi ad un recupero più rapido, avendo subito un minor danno cellulare.

      Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

       

      Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

      Vitamine, minerali e oligoelementi costituiscono nel loro complesso i cosiddetti micronutrienti;2 Introdotti attraverso i cibi, e sempre importanti per supportare le normali funzioni fisiologiche del nostro organismo, diventano indispensabili nel corso di infezioni come la polmonite: cosa mangiare in questi casi rappresenta quindi un fattore di estrema importanza.

      I micronutrienti hanno un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del sistema immunitario. É stato ampiamente dimostrato come essi siano coinvolti in moltissime funzioni tra cui:

      • sviluppo e mantenimento delle barriere fisiche naturali (cute, saliva, lacrime) 1
      • modulazione di processi infiammatori (e riparazione dei danni da infiammazione) 1
      • produzione di anticorpi (in grado di riconoscere ed annientare batteri e virus) 1
      • generazione di cellule della memoria (responsabili della memoria immunitaria)1

      Alcuni micronutrienti sembrano avere però un ruolo più specifico di altri in presenza di malattie respiratorie, stabilendo una stretta connessione tra polmonite e alimentazione.

      In funzione del loro contenuto in micronutrienti, alcuni cibi saranno quindi preferibili rispetto ad altri. A questo proposito è consigliabile consultare il proprio medico per valutare una opportuna dieta per la polmonite, durante il periodo di recupero.

      Vediamo quali sono gli alimenti ideali per la polmonite, e cosa devono contenere.

       

      Vitamina C e polmonite

      La Vitamina C partecipa a numerose reazioni metaboliche,4 al mantenimento degli epiteli di rivestimento1 (come la cute e altre barriere fisiche), alla produzione di anticorpi;1 ma il suo ruolo principale nell’ambito del sistema immunitario è quello di antiossidante,5 proteggendo le cellule dell’ospite dallo stress ossidativo dovuto all’infezione.5  In persone che assumono alte dosi di Vitamina C si riscontra infatti diminuzione della durata della polmonite,5 della probabilità di morte,5 e dei giorni di ricovero ospedaliero.5e

       

      «In uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero».1

       

      Anche nella prevenzione della polmonite, la Vitamina C sembra giocare un ruolo importante: in decine di studi, infatti, questa vitamina ha dimostrato di aumentare la resistenza verso molteplici infezioni sia virali che batteriche,5 con particolare risalto proprio a quelle che colpiscono le vie respiratorie, come la polmonite.1

      È bene quindi introdurne con la dieta almeno 60 mg al giorno.4 A questo proposito, ecco i migliori alimenti per la polmonite per mantenere livelli adeguati di Vitamina C:4

      • Kiwi
      • Agrumi
      • Pomodori
      • Peperoni

      Alimenti che sarebbe meglio consumare crudi, o poco cotti, per garantire un apporto ottimale,4 perché la Vitamina C è rapidamente deteriorabile.4

       

      Vitamina D e polmonite

      Integrare la propria dieta con Vitamina D può ridurre il rischio di infezioni respiratorie come la polmonite sia nei bambini che negli adulti.1

      Oltre al ben noto ruolo nel favorire la mineralizzazione dello scheletro,4 infatti, la Vitamina D svolge un ruolo attivo nel funzionamento del sistema immunitario: alcuni suoi derivati (metaboliti) sembrano regolare la produzione di proteine specifiche,1 capaci di uccidere direttamente virus e batteri (patogeni), coadiuvando così la risoluzione di infezioni, incluse quelle polmonari.1

      Inoltre, è piuttosto recente la scoperta che molte cellule del sistema immunitario sono dotate di recettori per la Vitamina D,1 suggerendo così un importante ruolo di questo micronutriente nella difesa del nostro organismo da agenti esterni.1

      Come introdurla con la dieta? La Vitamina D è scarsamente contenuta nei cibi, ad eccezione dell’olio di fegato di merluzzo.4 Fortunatamente, però, questo non costituisce un problema, perché è il nostro organismo a produrla autonomamente, a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle, grazie all’esposizione ai raggi solari.4 La quantità giornaliera consigliata è di 2000 IU (50 microgrammi).1

       

      Zinco e polmonite

      Diverse ricerche condotte negli ultimi anni hanno dimostrato che carenze di Zinco rendono più suscettibili alle infezioni respiratorie come la polmonite.6

      Una corretta alimentazione basata sulla dieta mediterranea contiene già la giusta quantità di questo oligoelemento per un corretto funzionamento del sistema immunitario.6 Ma durante una infezione, come ad esempio durante una polmonite, i livelli di Zinco si riducono.6

      Ecco i cibi consigliabili per reintegrare le perdite di Zinco in caso di polmonite:6

      • Ostriche e crostacei
      • Legumi
      • Avena
      • Frutta a guscio (come mandorle, noci, arachidi o pistacchi)
      • Pesce azzurro
      • Carne

      Il fabbisogno giornaliero di Zinco a partire dai 4 anni di età è di 11 mg.7

      Il contenuto di micronutrienti all’interno dei cibi è strettamente regolato nei paesi facenti parte della Comunità Europea, attraverso il regolamento del Parlamento Europeo relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari (CE N. 1924/2006).

      Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

       

      Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

      Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno si registrano ben 450 milioni di casi di polmonite nel mondo. Di questi, circa 4 milioni hanno purtroppo un esito infausto:3 è importante quindi mettere in atto tutte le strategie di difesa utili a migliorare il decorso della malattia. Tra queste, una dieta opportuna non occupa certo un posto di secondo piano, soprattutto negli ultrasessantacinquenni, perchè è proprio in questa fascia di popolazione che si concentra il maggior tasso di mortalità per polmonite (nel 2018 il 95% delle morti ha riguardato persone oltre i 65 anni di età).8

      Una corretta alimentazione negli over 65 rappresenta un ulteriore strumento di prevenzione della polmonite, in aggiunta alla vaccinazione anti-pneumococco.
      (Per approfondire l’argomento si consiglia di leggere questo articolo).

      Negli anziani, infatti, possono spesso verificarsi stati di malnutrizione, dovuti non tanto ad una carenza di cibo,9 quanto più alla mancanza di appetito, alla difficoltà di preparare i pasti, di masticare o di deglutire;9 senza contare che spesso gli ultrasessantacinquenni assumono quotidianamente farmaci, che possono ridurre la capacità di assimilare i nutrienti.9

      Bisognerebbe tenere ben presente che un’alimentazione corretta rappresenta una preziosa alleata, per prevenire e combattere la polmonite e altre malattie di origine batterica o virale, in virtù della stretta correlazione esistente tra dieta e sistema immunitario.

      Uno studio riguardante l’impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento10 ha mostrato che la nostra “dieta mediterranea” ha effetti assolutamente benefici sull’invecchiamento e sulla fragilità dell’anziano;10 il consumo abituale di adeguate quantità di frutta, verdura e pesce, costituenti fondamentali della dieta mediterranea, si associa infatti a una minore fragilità.10

      In caso di scarsa predisposizione al consumo di questi alimenti, oppure in caso di utilizzo di farmaci che ne riducono l’assorbimento, è bene quindi consultare il proprio medico di fiducia, che saprà valutare eventuali integrazioni alla dieta per contrastare la polmonite ed altre infezioni.

       

      Bibliografia:

      [1] Calder PC, Carr AC, Gombart AF, Eggersdorfer M. Optimal Nutritional Status for a Well-Functioning Immune System Is an Important Factor to Protect against Viral Infections. Nutrients. 2020 Apr 23;12(4):1181. doi: 10.3390/nu12041181. PMID: 32340216; PMCID: PMC7230749. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [2] Polo Didattico Panico. Infermieristica. I micronutrienti. Disponibile al sito:

      http://infermieristica.polodidatticopanico.com/wp-content/uploads/sites/2/2014/12/5-Vitamine-ed-oligoelementi-inf-2014.pdf  [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [3] Yang PH, Lin MC, Liu YY, Lee CL, Chang NJ. Effect of Nutritional Intervention Programs on Nutritional Status and Readmission Rate in Malnourished Older Adults with Pneumonia: A Randomized Control Trial. Int J Environ Res Public Health. 2019 Nov 27;16(23):4758. doi: 10.3390/ijerph16234758. PMID: 31783672; PMCID: PMC6926802. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [4] Epicentro Istituto Superiore di Sanità. Vitamine, Informazioni generali. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/vitamine/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [5] Hemilä H, Louhiala P. Vitamin C for preventing and treating pneumonia. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Aug 8;(8):CD005532. doi: 10.1002/14651858.CD005532.pub3. PMID: 23925826. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [6] Pagine Mediche. Zinco, il minerale per combattere l’influenza. https://www.paginemediche.it/benessere/cura-e-automedicazione/zinco-il-minerale-per-combattere-l-influenza [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [7] National Institute of Health. Office of Dietary Supplements Zinc. Fact Sheet for Health Professional. Disponibile al sito: https://ods.od.nih.gov/factsheets/Zinc-HealthProfessional/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [8] ISTAT. Mortalità per territorio di residenza: causa ed età. Disponibile al sito: http://dati.istat.it/index.aspx?queryid=26428 [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [9] AIRC. L’alimentazione negli Over 65. Disponibile al sito: https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/alimentazione/guida-menu/lalimentazione-negli-over-65 [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [10] Congresso Nazionale Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. Impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento. Atti congressuali 64°. Novembre 2019. Disponibile al sito https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2019/11/SIGG%202019_Atti_Congressuali_def.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

       

      PP-VAC-ITA-0699

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