ARTICOLO

 

LA VACCINAZIONE: PREVENZIONE SICURA CONTRO LA MENINGITE

19 Aprile 2023

La vaccinazione rappresenta una prevenzione sicura verso moltissime malattie, tra cui anche la meningite da meningococco. La meningite è una grave malattia di origine batterica causata dal meningococco (Neisseria meningitidis).1 La malattia meningococcica colpisce soprattutto i bambini da 0 a 4 anni e tra questi il momento di rischio maggiore è nel primo anno di vita. Un’altra fascia considerata a rischio è quella dell’adolescenza e dell’età giovane-adulta, ovvero tra i 15 e i 24 anni.1 L’aumento di rischio negli adolescenti dipende dai comportamenti sociali che adottano nella loro vita e che determinano una maggiore esposizione al meningococco.2

Esistono diversi tipi (sierogruppi) di meningococchi responsabili della malattia. I più diffusi sono: A, B, C, Y, W135, X.3 In particolare il meningococco di sierogruppo B è il più frequente in Italia e in Europa.3
Oggi, grazie alla disponibilità di diversi vaccini diretti contro il meningococco è possibile una sicura prevenzione contro l’insorgenza della meningite.4
 
In particolare, abbiamo a disposizione tre tipi di vaccini antimeningite:
• MenC che ci protegge dal sierotipo C
• Mcv4, il cosiddetto tetraconiugato che agisce verso i sierogruppi A, C, W135 e Y
• MenB che agisce sul sierogruppo B3

Vaccinazione: riduciamo i rischi attraverso la prevenzione
I vaccini, come tutti i farmaci, possono dare delle reazioni avverse, anche se molto rare.

Il rischio che un vaccino provochi un danno grave o la morte è estremamente basso e la maggioranza dei bambini che viene vaccinata non presenta problemi.5

Tuttavia, è bene informare sempre il proprio medico se il bambino soffre di qualche allergia grave. I bambini che hanno malattie acute lievi solitamente si possono vaccinare con sicurezza, mentre se la malattia acuta è moderata o grave il medico consiglierà di attendere la guarigione prima della vaccinazione.5

Se il bambino ha avuto una reazione allergica importante ad un precedente vaccino antimeningococcico è più sicuro non vaccinarlo.5

Come riportato dal PNPV 2023-2025, la vaccinazione antimeningococcica è fortemente raccomandata in presenza di patologie come anemia falciforme, o con mancanza o difetto di funzione della milza.6 

In questo caso però, se somministrata contemporaneamente ad altri vaccini, è importante consultare il medico.5

Effetti collaterali del vaccino contro il meningococco C
Nelle persone che ricevono il vaccino antimeningococco C possono verificarsi alcuni effetti collaterali lievi, quali:
 
• Arrossamento o dolore nel punto in cui è stata effettuata l’iniezione
• Malessere
• Nausea
• Mal di testa
• Dolore ai muscoli5
 
Questi effetti collaterali di solito durano uno o due giorni dopo la vaccinazione. Solo su 2 persone su 100 si ha un aumento della temperatura. Le reazioni avverse gravi sono rarissime.5

Effetti collaterali del vaccino antimeningococco B
La sicurezza del vaccino antimeningococco B è stata testata su un grande numero di bambini a partire dai 2 mesi di età. Le reazioni avverse più comuni sono state:  
 
• Indolenzimento in sede di inoculazione
• Eritema in sede di iniezione
• Febbre
• Irritabilità7
 
In adolescenti e adulti le reazioni avverse più comuni osservate sono state:7

• Dolore in sede di inoculazione
• Malessere
• Mal di testa  

Effetti collaterali del vaccino antimeningococco ACWY
La maggior parte delle reazioni avverse alla vaccinazione antimeningococco ACWY sono lievi, in quanto si tratta di un vaccino ben tollerato. Effetti collaterali possono includere:
 
• Lieve dolore accompagnato da rossore e gonfiore nel punto dell'inoculazione
• Febbre
• Sonnolenza e malessere
• Molto raramente delle manifestazioni allergiche8
 
Quali sono i vantaggi della vaccinazione antimeningococco? 

La meningite è una malattia da sempre percepita come molto rischiosa dagli operatori sanitari, così come dalla popolazione. La scoperta e la successiva disponibilità dei vaccini contro i sierogruppi di meningococco, e il loro inserimento nel calendario vaccinale di molti Paesi, ha avuto un impatto importante sulla meningite grazie alla prevenzione sicura che offrono.2

I vaccini presenti nel calendario vaccinale, incluso nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, sono a titolo gratuito per le fasce di popolazione considerate a maggiore rischio di infezione:3
 
• La vaccinazione contro il meningococco B è gratuita per i bambini durante il 1° anno di vita3
• La vaccinazione anti-meningococco C è gratuita per i bambini che hanno già compiuto un anno di età3
• La vaccinazione con vaccino coniugato tetravalente è gratuita per gli adolescenti3
 
In ogni caso è bene rivolgersi al proprio medico o al centro vaccinale di riferimento.

            Bibliografia
            1. Istituto Superiore di Sanità. Malattie batteriche invasive (sepsi e meningiti). Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/meningite [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            2. Gabutti G. Meningococco B: controllo di due focolai epidemici mediante vaccinazione. J prev med hyg 2014; 55: 35-41, 2014 [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            3. Ministero della Salute. FAQ Meningite. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/p5_1_2.jsp?id=104&lingua=italiano#:~:text=E'%20un'infiammazione%20delle%20membrane,batteri%20e%20funghi%20o%20miceti [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            4. Surveillance report. Invasive meningococcal disease. Annual Epidemiological Report for 2018 [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            5. VaccinarSì.org Vaccino antimeningococco C e ACWY. Disponibile al sito: https://www.vaccinarsi.org/scienza-conoscenza/vaccini-disponibili/vaccino-anti-meningococcico-coniugato [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            6. Quotidiano Sanità. Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale PNPV 2023-2025. Disponibile al sito:
            https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1679488094.pdf [Ultimo accesso 31/03/2023]
             
            7. VaccinarSì.org Vaccino antimeningococco B. Disponibile al sito: https://www.vaccinarsi.org/scienza-conoscenza/vaccini-disponibili/vaccino-anti-meningococcico-quattro-componenti [Ultimo accesso 02/03/2023]
             
            8. Salute Regione Veneto. Meningococco ACWY Coniugato. Disponibile al sito: https://salute.regione.veneto.it/mobilevac/Malattie/Dettaglio?Id=MNACWYCO [Ultimo accesso 02/03/2023]


            PP-UNP-ITA-1673

            Yes

            E' fondamentale saper riconoscere i sintomi con cui la polmonite si manifesta.

            29 Novembre 2021
            Detailed description: 
            Description to the right of Yellow bar: 

            Se seguire uno stile di vita che preservi dall’esposizione ai rischi di contrarre la polmonite è molto importante, altrettanto fondamentale è saper riconoscere i sintomi con cui la polmonite si manifesta, soprattutto negli anziani.

            Large Image: 
            Anziani e polmonite: i sintomi da non sottovalutare negli over 65
            Blockquotes in pink: 

            La polmonite si manifesta con sintomi comuni, non specifici, che per questo possono essere sottovalutati2.

            Main Description: 

            Si tratta di un’infezione a carico degli alveoli polmonari, che può compromettere in misura più o meno grave il processo di respirazione:1 i fenomeni infiammatori che si instaurano nel polmone, fanno sì che si accumuli del liquido all’interno degli alveoli, ostacolando lo scambio gassoso.1

            La polmonite si manifesta con sintomi comuni, non specifici, che per questo possono essere sottovalutati,2 o assimilati a quelli di altre patologie meno gravi: spesso può essere confusa, ad esempio, con una bronchite. In particolare, nella terza età, la polmonite può decorrere in maniera del tutto atipica2 senza mostrare, a una prima analisi, nessun sintomo evidente.

             

            Come riconoscere la polmonite? I 10 sintomi che suggeriscono agli anziani di consultare il medico

            I sintomi rappresentano le manifestazioni con cui una malattia si presenta e seppur fastidiosi, sono necessari campanelli di allarme che ci suggeriscono di consultare il medico.

            Soprattutto nella terza età, è estremamente importante essere in grado di individuare tempestivamente i sintomi della polmonite, e contattare subito il proprio medico qualora se ne sospetti l’insorgenza.

            Il fattore “tempo” non è infatti da sottovalutare, se si considera che la polmonite può presentarsi in un ampio ventaglio di gradi di severità: dalla forma relativamente mite fino a manifestazioni gravi con decorsi che possono essere di alcuni giorni ma anche molto rapidi,3 potendo peggiorare in 24-48 ore.4

            Vediamo quali sono i 10 sintomi della polmonite da non sottovalutare:3

            1. Febbre
            2. Tosse
            3. Dolore toracico
            4. Difficoltà respiratoria
            5. Dolori ossei e articolari
            6. Tachicardia (frequenza cardiaca accelerata)
            7. Nausea
            8. Vomito
            9. Diarrea
            10. Stato confusionale

            Si tratta di sintomi per lo più comuni a diverse malattie; l’estrema variabilità dei singoli sintomi può inoltre rendere la loro interpretazione ancora più difficile (i sintomi gastrointestinali compaiono ad esempio solo in 1 caso su 5).3

             

            «Su 100 adulti che si presentano dal proprio medico curante, con sintomi a carico delle basse vie respiratorie, la polmonite viene diagnosticata in un numero di casi tra 5 e 12; di questi, circa 1 su 4 necessita di ricovero ospedaliero.5»

             

            I sintomi della polmonite costituiscono una manifestazione della risposta infiammatoria del nostro organismo all’infezione.3

            La gravità dei sintomi può essere molto variabile, perché legata al quadro clinico del singolo individuo.3

            Si raccomanda dunque di consultare il medico senza indugi, soprattutto agli ultrasessantacinquenni.

                                     

            Polmonite negli over 65: saper riconoscere i sintomi (anche quando non si vedono)

            Nella valutazione dei sintomi è necessario sapere che, entrando nella terza età, si verificano naturalmente delle trasformazioni fisiologiche in grado di modificare il modo in cui il nostro corpo reagisce agli stimoli esterni.2

            Solo il 40% degli anziani presenta infatti i sintomi tipici delle malattie, riconoscibili secondo un modello tradizionale di interpretazione. Nella terza età è molto più comune che la malattia si manifesti in maniera atipica.2

            Prendiamo in esame alcuni sintomi, e vediamo a titolo di esempio come questi possono modificarsi fino addirittura a scomparire nel paziente anziano:

            • Tosse: solitamente la polmonite, in particolare quella di origine batterica, è associata ad una tosse grassa, con produzione di espettorato6 (comunemente detto catarro). Spesso però nel paziente anziano il riflesso della tosse è molto ridotto,6 a causa di una diminuita capacità dei muscoli preposti a questa funzione.
            • Espettorato: viene solitamente prodotto nel corso della polmonite; ma negli anziani la sua produzione può diminuire fortemente, a causa della disidratazione che spesso accompagna gli Over 65, insieme alla ridotta funzionalità di muscoli e sistemi preposti alla fuoriuscita dell’espettorato (comunemente detto catarro).6 Per questa ragione si rende difficile prelevare i campioni di espettorato necessari per identificare la causa della polmonite (si pensi che solo 6 anziani su 10 riescono a produrre un campione utile all’analisi).3
            • Febbre: con l’avanzare dell’età diminuisce la capacità dell’organismo di regolare la propria temperatura. É per questo motivo che la temperatura dell’anziano risulta inferiore rispetto a quella media,7 ed è difficile riscontrare febbre alta. Più frequente, quale sintomo, diventa la comparsa dell’ipotermia al posto dell’ipertermia:2 la temperatura corporea diminuisce anziché aumentare.

            Considerando questi aspetti è evidente come nel soggetto anziano i segni e i sintomi di polmonite si presentino spesso in modo atipico e subdolo.8 Alle manifestazioni tipiche possono infatti sostituirsi stato confusionale, letargia, apatia e forte inappetenza,

            vale a dire un peggioramento dello stato di salute generale (la cosiddetta infezione silente) senza la febbre alta tipica della polmonite,8 che si riscontra infatti solo nella metà dei casi.8

            L’incapacità di riconoscere i sintomi atipici risulta particolarmente pericolosa, perché compromette la tempestività dei trattamenti.2

            Le 3 domande che il medico si pone in caso di sospetta polmonite nell’anziano

             

            Le 3 domande che il medico si pone in caso di sospetta polmonite nell’anziano

            Quando un anziano sopra i 65 anni si presenta dal proprio medico con sintomi compatibili con la polmonite, probabilmente è ignaro del fatto che nel corso della visita il suo medico si stia ponendo almeno 3 domande:

            1. É davvero polmonite?3
            2. Se sì, dove va trattata?8
            3. E, infine: Come va trattata?5

             É davvero polmonite?

            Si è già spiegato come la polmonite nell’anziano possa presentarsi in maniera subdola e silente; in alcuni casi l’unico sintomo può essere addirittura il solo stato confusionale.3

            Seppur con sintomi modesti, la polmonite non dovrebbe comunque sfuggire a:

            • Attenta auscultazione polmonare2
            • Rilevazione dell’aumento della frequenza respiratoria 2
            • Esame radiologico (lastra toracica)3

            In particolare, la radiologia del torace è la tecnica diagnostica di scelta per confermare una polmonite,8 grazie al costo contenuto e alla bassa dose di radiazioni.8 Consente inoltre di valutare localizzazione, estensione e severità del caso analizzato.8

             

            Dove trattare la polmonite?

            Una volta accertata la diagnosi, è necessario valutare dove la persona affetta da polmonite debba essere trattata: se presso la propria abitazione oppure in ospedale.

            Questa decisione deve essere guidata, oltre che dalla gravità dei sintomi, anche da una valutazione di patologie preesistenti (eventuali comorbilità) e dall’eventualità di condizioni che possano compromettere il trattamento domiciliare.8

            Dal 2003 viene suggerito l’utilizzo di un semplice algoritmo denominato CURB-65, che consente di stabilire se sia più indicato il trattamento domiciliare oppure quello ospedaliero. L’algoritmo utilizza 5 caratteristiche come:8

            • Età
            • Stato confusionale
            • Azotemia (contenuto di azoto libero nel sangue)
            • Frequenza respiratoria
            • Pressione arteriosa 

            In funzione delle 5 caratteristiche cliniche, viene assegnato un punteggio che va da 0 a superiore o uguale a 3 consentendo la seguente stratificazione dei casi:8

            • CURB-65 = 0-1
              • GRUPPO 1: Mortalità Bassa
              • Trattamento domiciliare
                (Non si ritiene necessaria l’ospedalizzazione)
            • CURB-65 = 2
              • GRUPPO 2: Mortalità Intermedia
              • Trattamento in ospedale
                (Breve ricovero o Day Hospital supervisionato)
            • CURB-65 = 3-5
              • GRUPPO 3: Mortalità Alta
              • Ricovero ospedaliero come polmonite severa
                (Possibile ammissione in terapia intensiva se CURB-65 = 4-5)

             

            Come trattare la polmonite?

            L’approccio iniziale alla polmonite è quasi sempre empirico, dal momento che il medico non può conoscere con certezza l’agente che l’ha causata (batterio, virus etc.).3

            I soli sintomi, infatti, non consentono di distinguere tra polmonite virale, polmonite batterica o altre tipologie come ad esempio la polmonite pneumocistica (una polmonite trasmessa da un fungo, che colpisce in particolare persone immunodepresse).4

            È noto però con certezza che i batteri continuano a essere la più frequente causa di polmonite negli anziani; tra questi lo Streptococcus Pneumoniae, più conosciuto come pneumococco, è tuttora il più rilevante.6

            Per questa ragione le polmoniti a bassa gravità vengono trattate con antibiotici, in questo modo:

            • Si inizia con unico antibiotico (monoterapia) per 5 giorni 5
            • Si prosegue oltre i 5 giorni, qualora non si sia ottenuto il miglioramento atteso dopo i primi 3 giorni di trattamento 5

            Nelle polmoniti a gravità intermedia o alta si utilizza invece una terapia combinata, ovvero un’associazione di più antibiotici,5 per almeno 7 giorni di trattamento.5

            Nelle persone ricoverate in ospedale per polmonite è importante però considerare che se da un lato la tempestività nella somministrazione di antibiotici migliora il decorso della malattia,5 ad essa devono seguire ulteriori indagini volte a identificare la causa della polmonite, per evitare l’assunzione di antibiotici in maniera inappropriata 5 (soprattutto in soggetti immunocompromessi o affetti da comorbilità).

            Infatti, sebbene la maggior parte delle polmoniti risultino solitamente ascrivibili allo S. pneumoniae,6 esistono dei microorganismi cosiddetti atipici, come anche virus e funghi capaci di causare la polmonite, che devono essere adeguatamente trattati con apposita terapia.

            Nel caso di pazienti ricoverati in ospedale la tempestività del trattamento iniziale deve essere quindi accompagnata da ulteriori test diagnostici, volti all’identificazione dell’agente che ha causato la polmonite, per poter così adeguare il trattamento farmacologico.3

            Quanto durano i sintomi della polmonite?

             

            Quanto durano i sintomi della polmonite?

            Molte persone non sanno cosa aspettarsi dalla convalescenza dopo una polmonite:5 conoscere i tempi di recupero può aiutare ad affrontare la convalescenza più serenamente in attesa della completa guarigione, oppure a far emergere la necessità di un nuovo consulto medico.5

            È importante in ogni caso tenere in considerazione che la rapidità della guarigione è strettamente legata alla gravità della polmonite.5

            In linea generale la scomparsa dei sintomi segue però le seguenti tempistiche:

             

            1 settimana

            ⮚      

            Scomparsa della febbre 5

            4 settimane

            ⮚      

            Sostanziale riduzione del dolore toracico e del catarro 5

            6 settimane

            ⮚      

            Sostanziale riduzione della tosse e della mancanza di respiro 5

            3 mesi

            ⮚      

            Scomparsa della maggior parte dei sintomi, tranne un possibile senso di affaticamento 5

            6 mesi

            ⮚      

            Ritorno alla normalità 5

             

            È bene consultare il medico in caso di mancato miglioramento delle condizioni cliniche rispetto alle attese.5

             

            Bibliografia

            [1] Malattie Infettive. Polmonite. Ministero della Salute. Disponibile al sito: http://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=121&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1 [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [2] G. Salvioli et al. Manuale di Competenze in Geriatria ITEM18. Società Italiana di Geriatria e Gerontologia. 2018. Disponibile al sito https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2018/05/Item-18_La-presentazione-atipica-delle-malattie-nel-paziente-anziano.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [3] L. A. Mandell Community-acquired pneumonia: An overview. Postgrad. Med., 2015; 127(6): 607-615_ DOI: 10.1080/00325481.2015.1074030 [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [4] Polmonite_Istituto Superiore di Sanità, www.issalute.it, Disponibile al sito: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/p/polmonite?highlight=WyJwb2xtb25pdGUiXQ== [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [5] A. Cartabellotta, A. Potena Best Practice_Linee guida per la diagnosi e il trattamento della polmonite acquisita in comunità negli adulti. Evidence_Gimbe Foundation_Aprile 2015; Vol. 7(4) e1000110 [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [6] B.A. Cunha. Pneumonia in the elderly. Clin Microbiol Infect 2001; 7: 581–588 [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [7] ND Greg Kelly. Body Temperature Variability (Part 1): A Review of the History of Body Temperature and its Variability Due to Site Selection, Biological Rhythms, Fitness, and Aging. Alt. Med. Review 2006; Vol. 11(4): 278-293 [Ultimo accesso 04/11/2021]

            [8] N. Ferrara, S. Fuschillo et al. Le polmoniti nella popolazione geriatrica. G GERONTOL 2005;LIII:594-602 [Ultimo accesso 04/11/2021]

             

             

            CODICE GCMA PP-VAC-ITA-0697

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            In particolare, nella terza età, la polmonite può decorrere in maniera del tutto atipica2.

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