ARTICOLO

 

PUNTO SULLE TERAPIE IN CORSO PER IL COVID-19

11 Ottobre 2022

I numerosi studi sul COVID-19 hanno permesso di comprendere i meccanismi alla base della patologia al fine di mettere a punto dei protocolli terapeutici in modo che il medico possa prescrivere i farmaci in base alla fase della malattia e alla gravità della situazione.1

Le fasi del COVID-19

Le fasi del COVID-19

Il decorso clinico dell’infezione può essere suddiviso in tre fasi.1
 

Fase iniziale: SARS-CoV-2 entra nella cellula e inizia la replicazione

SARS-CoV-2, grazie alla proteina spike, si lega alla superficie delle cellule ospiti, penetra al loro interno e inizia a moltiplicarsi.
In un’elevata percentuale di casi, specie nei soggetti più giovani, l’infezione è asintomatica. Nei casi sintomatici, questa fase si caratterizza per la presenza di malessere generale e sintomi lievi-moderati, febbre e tosse secca.
Quando il sistema immunitario dell’ospite riesce a bloccare l’infezione in questo stadio, il decorso risulta essere benigno nella grande maggioranza dei casi.1
 

Fase intermedia: alterazioni a livello polmonare

Caratterizzata da un quadro di polmonite infiammatoria che può interessare entrambi i polmoni, associata a una sintomatologia respiratoria che può aggravarsi tanto da rendere necessaria l’ossigenoterapia.1
 

Fase finale: stato iperinfiammatorio locale e sistemico

In un numero limitato di persone, il quadro clinico può diventare severo a causa dell’iperinfiammazione che determina gravi conseguenze a livello polmonare e sistemico.  Le fasi finali di questo gravissimo quadro clinico portano a una ARDS (Acute Respiratory Distress Syndrome, sindrome da distress respiratorio acuto) e in alcuni casi alla formazione di trombi all’interno del torrente circolatorio che possono ostruire i vasi di piccolo calibro (coagulazione intravascolare disseminata).1
 

Stadi clinici del COVID-19

Sulla base del decorso delle tre fasi, i National Institutes of Health (NIH, Istituti Nazionali di Salute) statunitensi hanno individuato 5 stadi clinici della malattia COVID-191 riassunti nella Tabella I.1
 

Tabella I

    Tabella I. Stadi clinici della malattia COVID-19 in base alla classificazione NIH.
    aSpO2 =livello dell’ossigeno nel sangue. bPaO2/FiO2 = parametro che valuta l’ipossia (condizione di ridotta ossigenazione).1

     

    Mialgie: dolori muscolari. Dispnea: difficoltà respiratoria, affanno, “fame d’aria”. Insufficienza respiratoria: condizione che si manifesta quando i polmoni non riescono a garantire la necessaria concentrazione di ossigeno nel sangue. Shock settico: grave condizione medica che coinvolge l’intero organismo, caratterizzata da una forte risposta infiammatoria. Insufficienza multiorgano: sindrome caratterizzata dalla perdita della funzionalità di più organi.

     

    Il Ministero della Salute pubblica regolarmente circolari di aggiornamento delle terapie farmacologiche per la gestione del paziente COVID-19 sia domiciliare che ospedaliero.1

     

    Farmaci preventivi: i vaccini

      I vaccini prevengono l’insorgenza della malattia e, qualora si verificasse, riducono la probabilità che si manifesti in forma grave.2
      Per approfondire: www.azioneprevenzione.it/come-funzionano-i-vaccini-anti-covid-19
       

      Farmaci che agiscono sui sintomi (sintomatici)

      Paracetamolo o FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) possono essere utilizzati in caso di febbre, dolori articolari o muscolari (a meno che non esista chiara controindicazione all’uso).
      Altri farmaci sintomatici possono essere utilizzati su giudizio clinico.3
       

      Antivirali

      Cosa sono e come funzionano

      I farmaci studiati per combattere patologie virali, come il COVID-19 che è causato da un virus a RNA, si chiamano antivirali (gli antibiotici, invece, hanno come bersaglio i batteri).4
      Gli antivirali utilizzati per il COVID-19 agiscono direttamente su SARS-CoV-2 perché vanno a bloccare l’attività di5 specifiche proteine (chiamate enzimi) fondamentali in diverse fasi del ciclo di vita e dei processi di replicazione virale, impedendo quindi al virus di moltiplicarsi e bloccando in tal modo il rilascio di nuove particelle complete e infettive da parte delle cellule umane infettate.4,5
       

      Per chi sono indicati?

      Il soggetto deve rispondere a particolari requisiti:

      • avere il COVID-19 di grado lieve-moderato
      • non essere ospedalizzato per COVID-19
      • non essere in ossigenoterapia per COVID-19
      • presentare almeno un fattore di rischio associato all’evoluzione verso una forma grave di COVID-19 (patologie tumorali, insufficienza renale cronica, malattie respiratorie croniche, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardio-cerebrovascolare, diabete, età maggiore dei 65 anni, epatopatia cronica, emoglobinopatie, patologie neurodegenerative).3
         

      Come e per quanto tempo vengono somministrati?

      La somministrazione degli antivirali, che può avvenire per via orale o endovenosa a seconda del farmaco prescritto, deve essere effettuata entro 5-7 giorni dalla comparsa dei sintomi, mentre la durata della terapia è di 3-5 giorni, sempre in relazione al tipo di farmaco.3
       

      Anticorpi monoclonali

      Cosa sono e come funzionano

      Il sistema immunitario, in risposta a uno stimolo infettivo, produce naturalmente gli anticorpi. La tecnologia farmaceutica è giunta a uno sviluppo tale da riuscire a imitare e/o migliorare la risposta naturale del sistema immunitario andando a creare in laboratorio gli anticorpi monoclonali necessari per colpire in modo specifico una delle diverse tappe del processo infettivo, al fine di bloccarlo.6
      Gli anticorpi monoclonali sono molecole che vengono create inizialmente da un particolare tipo di globuli bianchi quando esposti a una proteina di interesse e poi, a partire da quelli usati come “stampo”, vengono prodotti in massa per poter essere usati come farmaci.6

      Gli anticorpi monoclonali per il trattamento del COVID-19, sono stati progettati per legarsi alla proteina spike di SARS-CoV-2 e bloccarla in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell’organismo. Poiché tali anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può avere un effetto maggiore rispetto all'uso come terapia singola.7
       

      Per chi sono indicati?

      Il soggetto eleggibile alla terapia con anticorpi monoclonali deve avere il COVID-19 da meno di 7 giorni (a eccezione degli immunocompromessi) e deve rispondere a particolari requisiti:

    1. avere età pari o superiore a 12 anni (e almeno 40 Kg),
    2. essere positivi al SARS-CoV-2,
    3. non essere ospedalizzato per COVID-19,
    4. non necessitare di ossigenoterapia per COVID-19,
    5. presentare sintomi di grado lieve-moderato ed essere un soggetto ad alto rischio di COVID-19 grave (patologie tumorali, insufficienza renale cronica, malattie respiratorie croniche, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardio-cerebrovascolare, diabete, età maggiore dei 65 anni, epatopatia cronica, emoglobinopatie, patologie neurodegenerative).3
       
    6. Efficacia in relazione alle varianti virali

      L’efficacia degli anticorpi monoclonali diretti verso la proteina spike potrebbe essere ridotta nei confronti di alcune varianti virali.3
       

      Corticosteroidi

      Cosa sono e come funzionano

      I corticosteroidi sono molecole di sintesi che hanno una struttura chimica simile al cortisolo, un ormone steroideo che viene prodotto fisiologicamente dalle ghiandole surrenali. Questo ormone è in grado di modulare le reazioni infiammatorie e l'attività del sistema immunitario.8
      I corticosteroidi, mimando il cortisolo, bloccano quei processi cellulari che determinano l’infiammazione e promuovono la produzione di sostanze antinfiammatorie e immunosoppressive.8
       

      Per chi sono indicati?

      Sono prescrivibili a soggetti ospedalizzati con malattia COVID-19 grave che necessitano di ossigeno3 e, in particolare, per coloro che presentano fattori di rischio di progressione della malattia verso forme severe.3
       

      Eparine

      Cosa sono e come funzionano

      Le eparine sono farmaci che prevengono lo sviluppo di trombi, ossia coaguli di sangue formatisi nei vasi sanguigni.9
      Nel quadro complesso che caratterizza il COVID-19, il trattamento con eparina potrebbe rivelarsi utile:

    7. nella fase iniziale nei pazienti allettati con polmonite, per contrastare la formazione di trombi nelle vene (tromboembolismo venoso) a scopo profilattico
    8. nelle fasi avanzate in pazienti ricoverati, per contenere i fenomeni trombotici che hanno origine nel circolo polmonare come conseguenza dell’aggravarsi dello stato infiammatorio.9
       
    9. Per chi sono indicate?

      Possono essere usate per prevenire gli eventi trombo-embolici nel paziente con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità, mentre non sono raccomandate come intervento routinario nei soggetti non ospedalizzati e non allettati.3
       

      Come e per quanto tempo vengono somministrate?

      La terapia deve durare per tutto il periodo di immobilità.
      La posologia viene stabilita dal medico.3

       

      Attenzione!

      La prescrizione dei farmaci citati in questo articolo, nonché la valutazione di indicazioni, modalità d’uso e durata del trattamento sono da riservarsi unicamente al medico curante e/o allo specialista.

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      Bibliografia:

      [1] Ministero della Salute Circolare 0003435-10/02/2022-DGPROGS-M DS-P - Allegato Utente 1 (A01) del 10/02/2022. Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2. Aggiornamento del 10 febbraio 2022. Disponibile al sito: Circolare recante “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2” aggiornamento del 10 febbraio 2022. - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [2] Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA):Domande e risposte sui vaccini COVID-19
      Disponibile al sito: www.aifa.gov.it/documents/20142/1297852/domande_risposte_vaccini_COVID.pdf - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [3] Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA); Raccomandazioni AIFA sui farmaci per la gestione domiciliare di COVID-19 Vers. 9 – Agg. 31/05/2022. Disponibile al sito: www.aifa.gov.it/documents/20142/1269602/IT_Raccomandazioni_AIFA_gestione_domiciliare_COVID-19_Vers9_31.05.2022.pdf - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [4] Ruben Vardanyan, Victor Hruby, in Synthesis of Best-Seller Drugs, 2016. Cap 34: Antiviral drugs
      Disponibile al sito:
      reader.elsevier.com/reader/sd/pii/B9780124114920000341?token=14B8BB2F2E2F5EF82214021A2B80D858230175984D2F5EBFCEB704C5B2628BA89B921DBDAF606BEE63C8819F29DE3C0C&originRegion=eu-west-1&originCreation=20220615195527

      [5] Scienza in rete: Antivirali contro SARS-CoV-2: come funzionano e come sono stati scoperti
      Disponibile al sito: www.scienzainrete.it/articolo/antivirali-contro-sars-cov-2-come-funzionano-e-come-sono-stati-scoperti/chiara-sabelli/2022 - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [6] Lloyd EC, Gandhi TN, Petty LA. Monoclonal Antibodies for COVID-19. 2021;325(10):1015. doi:10.1001/jama.2021.1225
      Disponibile al sito: jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2776307 - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [7] European Medicines Agency (EMA): EMA reviewing data on monoclonal antibody use
      for COVID-19. News 04/02/2021
      Disponibile al sito: www.ema.europa.eu/en/news/ema-reviewing-data-monoclonal-antibody-use-covid-19#share - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [8] Pazienti.it: corticosteoridi
      Disponibile al sito: www.pazienti.it/contenuti/terapie/corticosteroidi - [Ultimo accesso  14/06/2022]

      [9] Società Italiana di Farmacologia (SIF): Quanto è utile l’anticoagulante eparina nella cura della COVID-19?
      Disponibile al sito: www.sifweb.org/sif-magazine/articolo/quanto-e-utile-l-anticoagulante-eparina-nella-cura-della-covid-19-2020-04-15 - [Ultimo accesso  14/06/2022]

       

      PP-UNP-ITA-1085

      Yes

      La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

      14 Dicembre 2021
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      Cosa mangiare nel corso di una polmonite e nel successivo periodo di recupero? In questi casi il cibo non rappresenta solo un “genere di conforto”, ma una vera e propria arma aggiuntiva nel nostro arsenale, per contrastare l’infezione favorire un pronto e completo recupero.1

      Large Image: 
      Polmonite: cosa mangiare e quale dieta seguire
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      Un apporto nutrizionale ottimale gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario.1

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      Un apporto nutrizionale ottimale gioca infatti un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario;1 in particolare nella polmonite, l’introduzione con la dieta di vitamine e oligoelementi (micronutrienti)  rappresenta una freccia ben appuntita di cui dotare il nostro “arco” immunitario.1 Si pensi che in uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero.1

      É bene quindi conoscere meglio il legame tra alimentazione e polmonite, al fine di una più rapida guarigione.

       

      Polmonite e alimentazione: ecco cosa non deve mancare nella nostra dieta

      La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

      Con i cibi vengono infatti introdotti i cosiddetti micronutrienti, ovvero sostanze di cui il nostro organismo necessita in quantità molto piccole, ma di importanza fondamentale per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.2

      I micronutrienti sono rappresentati da:2

      • Vitamine (A, del Gruppo B, C, D, E, K)
      • Minerali (calcio e fosforo)
      • Oligoelementi (ferro, zinco, selenio e magnesio)

      Basse concentrazioni di micronutrienti rendono il nostro organismo più suscettibile alle infezioni sia virali che batteriche,1 come quella da pneumococco, uno dei principali responsabili della polmonite.

      Il livello ematico dei micronutrienti (cioè la loro concentrazione nel sangue) può diminuire principalmente per due cause:

      1. Inadeguato apporto con la dieta 2
      2. Infezioni o altri fattori di stress 1

      In caso di polmonite, il loro reintegro con una adeguata alimentazione, oppure attraverso l’assunzione di integratori alimentari o cibi fortificati (arricchiti) favorisce sia il decorso clinico che il recupero.1  (Per saperne di più sugli alimenti fortificati clicca qui).

      Carenze o livelli non ottimali di micronutrienti, infatti, agiscono negativamente sul sistema immunitario e riducono la resistenza alle infezioni.1 Nel corso della polmonite, inoltre, si determina nel polmone un forte stress ossidativo, dovuto ai cosiddetti radicali liberi che si generano nel corso dell’infezione.3 Potremmo immaginare i radicali liberi come delle minuscole biglie di metallo che, andando a colpire le nostre cellule, arrecano quello che viene definito “danno da stress ossidativo”.3

      Numerosi studi hanno mostrato che, durante la polmonite, il danno da stress ossidativo risulta ben maggiore nelle persone che non seguono una dieta corretta, rispetto a quelle che si alimentano in maniera equilibrata;3 i polmoni di questi ultimi andranno incontro quindi ad un recupero più rapido, avendo subito un minor danno cellulare.

      Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

       

      Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

      Vitamine, minerali e oligoelementi costituiscono nel loro complesso i cosiddetti micronutrienti;2 Introdotti attraverso i cibi, e sempre importanti per supportare le normali funzioni fisiologiche del nostro organismo, diventano indispensabili nel corso di infezioni come la polmonite: cosa mangiare in questi casi rappresenta quindi un fattore di estrema importanza.

      I micronutrienti hanno un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del sistema immunitario. É stato ampiamente dimostrato come essi siano coinvolti in moltissime funzioni tra cui:

      • sviluppo e mantenimento delle barriere fisiche naturali (cute, saliva, lacrime) 1
      • modulazione di processi infiammatori (e riparazione dei danni da infiammazione) 1
      • produzione di anticorpi (in grado di riconoscere ed annientare batteri e virus) 1
      • generazione di cellule della memoria (responsabili della memoria immunitaria)1

      Alcuni micronutrienti sembrano avere però un ruolo più specifico di altri in presenza di malattie respiratorie, stabilendo una stretta connessione tra polmonite e alimentazione.

      In funzione del loro contenuto in micronutrienti, alcuni cibi saranno quindi preferibili rispetto ad altri. A questo proposito è consigliabile consultare il proprio medico per valutare una opportuna dieta per la polmonite, durante il periodo di recupero.

      Vediamo quali sono gli alimenti ideali per la polmonite, e cosa devono contenere.

       

      Vitamina C e polmonite

      La Vitamina C partecipa a numerose reazioni metaboliche,4 al mantenimento degli epiteli di rivestimento1 (come la cute e altre barriere fisiche), alla produzione di anticorpi;1 ma il suo ruolo principale nell’ambito del sistema immunitario è quello di antiossidante,5 proteggendo le cellule dell’ospite dallo stress ossidativo dovuto all’infezione.5  In persone che assumono alte dosi di Vitamina C si riscontra infatti diminuzione della durata della polmonite,5 della probabilità di morte,5 e dei giorni di ricovero ospedaliero.5e

       

      «In uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero».1

       

      Anche nella prevenzione della polmonite, la Vitamina C sembra giocare un ruolo importante: in decine di studi, infatti, questa vitamina ha dimostrato di aumentare la resistenza verso molteplici infezioni sia virali che batteriche,5 con particolare risalto proprio a quelle che colpiscono le vie respiratorie, come la polmonite.1

      È bene quindi introdurne con la dieta almeno 60 mg al giorno.4 A questo proposito, ecco i migliori alimenti per la polmonite per mantenere livelli adeguati di Vitamina C:4

      • Kiwi
      • Agrumi
      • Pomodori
      • Peperoni

      Alimenti che sarebbe meglio consumare crudi, o poco cotti, per garantire un apporto ottimale,4 perché la Vitamina C è rapidamente deteriorabile.4

       

      Vitamina D e polmonite

      Integrare la propria dieta con Vitamina D può ridurre il rischio di infezioni respiratorie come la polmonite sia nei bambini che negli adulti.1

      Oltre al ben noto ruolo nel favorire la mineralizzazione dello scheletro,4 infatti, la Vitamina D svolge un ruolo attivo nel funzionamento del sistema immunitario: alcuni suoi derivati (metaboliti) sembrano regolare la produzione di proteine specifiche,1 capaci di uccidere direttamente virus e batteri (patogeni), coadiuvando così la risoluzione di infezioni, incluse quelle polmonari.1

      Inoltre, è piuttosto recente la scoperta che molte cellule del sistema immunitario sono dotate di recettori per la Vitamina D,1 suggerendo così un importante ruolo di questo micronutriente nella difesa del nostro organismo da agenti esterni.1

      Come introdurla con la dieta? La Vitamina D è scarsamente contenuta nei cibi, ad eccezione dell’olio di fegato di merluzzo.4 Fortunatamente, però, questo non costituisce un problema, perché è il nostro organismo a produrla autonomamente, a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle, grazie all’esposizione ai raggi solari.4 La quantità giornaliera consigliata è di 2000 IU (50 microgrammi).1

       

      Zinco e polmonite

      Diverse ricerche condotte negli ultimi anni hanno dimostrato che carenze di Zinco rendono più suscettibili alle infezioni respiratorie come la polmonite.6

      Una corretta alimentazione basata sulla dieta mediterranea contiene già la giusta quantità di questo oligoelemento per un corretto funzionamento del sistema immunitario.6 Ma durante una infezione, come ad esempio durante una polmonite, i livelli di Zinco si riducono.6

      Ecco i cibi consigliabili per reintegrare le perdite di Zinco in caso di polmonite:6

      • Ostriche e crostacei
      • Legumi
      • Avena
      • Frutta a guscio (come mandorle, noci, arachidi o pistacchi)
      • Pesce azzurro
      • Carne

      Il fabbisogno giornaliero di Zinco a partire dai 4 anni di età è di 11 mg.7

      Il contenuto di micronutrienti all’interno dei cibi è strettamente regolato nei paesi facenti parte della Comunità Europea, attraverso il regolamento del Parlamento Europeo relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari (CE N. 1924/2006).

      Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

       

      Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

      Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno si registrano ben 450 milioni di casi di polmonite nel mondo. Di questi, circa 4 milioni hanno purtroppo un esito infausto:3 è importante quindi mettere in atto tutte le strategie di difesa utili a migliorare il decorso della malattia. Tra queste, una dieta opportuna non occupa certo un posto di secondo piano, soprattutto negli ultrasessantacinquenni, perchè è proprio in questa fascia di popolazione che si concentra il maggior tasso di mortalità per polmonite (nel 2018 il 95% delle morti ha riguardato persone oltre i 65 anni di età).8

      Una corretta alimentazione negli over 65 rappresenta un ulteriore strumento di prevenzione della polmonite, in aggiunta alla vaccinazione anti-pneumococco.
      (Per approfondire l’argomento si consiglia di leggere questo articolo).

      Negli anziani, infatti, possono spesso verificarsi stati di malnutrizione, dovuti non tanto ad una carenza di cibo,9 quanto più alla mancanza di appetito, alla difficoltà di preparare i pasti, di masticare o di deglutire;9 senza contare che spesso gli ultrasessantacinquenni assumono quotidianamente farmaci, che possono ridurre la capacità di assimilare i nutrienti.9

      Bisognerebbe tenere ben presente che un’alimentazione corretta rappresenta una preziosa alleata, per prevenire e combattere la polmonite e altre malattie di origine batterica o virale, in virtù della stretta correlazione esistente tra dieta e sistema immunitario.

      Uno studio riguardante l’impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento10 ha mostrato che la nostra “dieta mediterranea” ha effetti assolutamente benefici sull’invecchiamento e sulla fragilità dell’anziano;10 il consumo abituale di adeguate quantità di frutta, verdura e pesce, costituenti fondamentali della dieta mediterranea, si associa infatti a una minore fragilità.10

      In caso di scarsa predisposizione al consumo di questi alimenti, oppure in caso di utilizzo di farmaci che ne riducono l’assorbimento, è bene quindi consultare il proprio medico di fiducia, che saprà valutare eventuali integrazioni alla dieta per contrastare la polmonite ed altre infezioni.

       

      Bibliografia:

      [1] Calder PC, Carr AC, Gombart AF, Eggersdorfer M. Optimal Nutritional Status for a Well-Functioning Immune System Is an Important Factor to Protect against Viral Infections. Nutrients. 2020 Apr 23;12(4):1181. doi: 10.3390/nu12041181. PMID: 32340216; PMCID: PMC7230749. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [2] Polo Didattico Panico. Infermieristica. I micronutrienti. Disponibile al sito:

      http://infermieristica.polodidatticopanico.com/wp-content/uploads/sites/2/2014/12/5-Vitamine-ed-oligoelementi-inf-2014.pdf  [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [3] Yang PH, Lin MC, Liu YY, Lee CL, Chang NJ. Effect of Nutritional Intervention Programs on Nutritional Status and Readmission Rate in Malnourished Older Adults with Pneumonia: A Randomized Control Trial. Int J Environ Res Public Health. 2019 Nov 27;16(23):4758. doi: 10.3390/ijerph16234758. PMID: 31783672; PMCID: PMC6926802. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [4] Epicentro Istituto Superiore di Sanità. Vitamine, Informazioni generali. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/vitamine/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [5] Hemilä H, Louhiala P. Vitamin C for preventing and treating pneumonia. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Aug 8;(8):CD005532. doi: 10.1002/14651858.CD005532.pub3. PMID: 23925826. [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [6] Pagine Mediche. Zinco, il minerale per combattere l’influenza. https://www.paginemediche.it/benessere/cura-e-automedicazione/zinco-il-minerale-per-combattere-l-influenza [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [7] National Institute of Health. Office of Dietary Supplements Zinc. Fact Sheet for Health Professional. Disponibile al sito: https://ods.od.nih.gov/factsheets/Zinc-HealthProfessional/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [8] ISTAT. Mortalità per territorio di residenza: causa ed età. Disponibile al sito: http://dati.istat.it/index.aspx?queryid=26428 [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [9] AIRC. L’alimentazione negli Over 65. Disponibile al sito: https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/alimentazione/guida-menu/lalimentazione-negli-over-65 [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [10] Congresso Nazionale Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. Impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento. Atti congressuali 64°. Novembre 2019. Disponibile al sito https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2019/11/SIGG%202019_Atti_Congressuali_def.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

       

      PP-VAC-ITA-0699

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      La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

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