ARTICOLO

 

LA VACCINAZIONE È SICURA PER CHI HA AVUTO IL COVID-19?

29 Settembre 2022

Oramai sono numerosi gli studi clinici effettuati che hanno dimostrato che, sia a seguito dell'infezione da SARS-CoV-2 che della vaccinazione, l’individuo sviluppa anticorpi specifici con la conseguenza di avere una diminuzione del rischio di COVID-19 nei mesi successivi.1
Come mai, però, la vaccinazione anti-COVID-19 è offerta e raccomandata a tutti, indipendentemente da una precedente infezione da SARS-CoV-2?2

Il virus Covid-19

Quanto dura la protezione dopo l’infezione da SARS-CoV-2 e dopo il vaccino?

Il sistema immunitario e la vaccinazione

Il corpo produce due tipi di risposte immunitarie che si possono distinguere in:

• immunità aspecifica o innata: presente dalla nascita e indipendente da incontri pregressi con un agente patogeno
• immunità specifica o adattativa: si sviluppa quando si entra in contatto con un virus o un batterio potenzialmente dannoso ed è diretta verso di esso in modo preciso. 

L’immunità specifica è mediata da due tipi di globuli bianchi: i linfociti B, responsabili della produzione di anticorpi, e i linfociti T, che orchestrano la risposta delle altre cellule al virus e possono anche uccidere le cellule già infettate.

Inoltre, in seguito a infezione, vengono prodotte specifiche cellule della memoria in grado di attivarsi in caso di un secondo incontro col patogeno per innescare una risposta più massiccia e più rapida.3

La vaccinazione è un modo sicuro che ha il sistema immunitario per imparare a difendersi dall’agente patogeno senza (o prima di) essere esposto ai pericoli di un’infezione diretta da parte dello stesso patogeno: gli anticorpi prodotti dopo la somministrazione forniscono una determinata protezione e, anche nel caso ci si ammalasse, potrebbero evitare di contrarre la patologia in forma grave. 
La difesa fornita può variare a seconda della malattia, della persona, nonché essere influenzata da altri fattori (come patologie pregresse, farmaci utilizzati, etc).4
 

L’immunità verso SARS-CoV-2 non è permanente

Per molte malattie, tra cui il COVID-19, gli anticorpi prodotti dopo vaccinazione o infezione diminuiscono nel tempo fino a raggiungere una soglia di protezione al di sotto della quale la risposta anticorpale non risulta più efficace, rendendo di conseguenza la persona suscettibile all’infezione. Anche quando gli anticorpi sono al di sotto di tale soglia di protezione, non ancora identificata chiaramente nel COVID-19, il corpo mantiene una certa capacità di difendersi grazie alle cellule della memoria.4

Sebbene gli studi per valutare quanto permanga la protezione dopo la somministrazione dei vaccini siano ancora in corso, i dati ottenuti da studi osservazionali mostrano un progressivo declino della difesa offerta dai vaccini attualmente disponibili dopo il completamento del ciclo vaccinale iniziale.5 In particolare, la protezione contro le infezioni è dipendente dalla variante in circolazione.6
 

Ci sono vantaggi a vaccinarsi dopo aver contratto il COVID-19?

La protezione naturale che si sviluppa dopo aver contratto il COVID-19 è differente a seconda della variante virale che ha causato la patologia:7,8 il SARS-CoV-2 va incontro, infatti, a mutazioni naturali, in particolare modo nella proteina spike.6

Per quanto riguarda le varianti Alpha, Beta, Gamma, Delta,7 in uno studio pubblicato su Lancet a marzo 20227 che coinvolge quasi sei milioni di persone7 si è osservato che l'immunità acquisita da una precedente infezione da SARS-CoV-2 ha diminuito la probabilità, fino a 20 mesi, di reinfezione e ospedalizzazione per COVID-19.7

Quando l’immunità era data non solo dalla precedente infezione ma anche dall’aggiunta di una o due dosi di vaccino anti-COVID-19 si è registrata un’ulteriore diminuzione del rischio, fino a 9 mesi in più rispetto al non aver effettuato il vaccino.7

Per quanto riguarda, invece, la variante Omicron, predominante da gennaio 2022,6 da uno studio pubblicato a giugno 2022 su Science,8 è emerso come le persone infettate sviluppino una ridotta protezione naturale. Questo potrebbe spiegare perché l’ondata di Omicron è stata caratterizzata da infezioni ripetute anche in soggetti vaccinati.8

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che i vaccini attuali continuano a funzionare bene nella prevenzione della morte e della malattia in forma grave anche causati dalla variante Omicron, in particolare con l'uso di una o più dosi di richiamo. Per garantire la protezione contro le infezioni causate dalle diverse varianti, tuttavia, risulterebbe più efficace la somministrazione del vaccino sviluppato contro la specifica variante.6

Al fine di avere protezione dal COVID-19, vaccinarsi è un modo più sicuro rispetto al contrarre la patologia. Nel caso di infezione da SARS-CoV-2, la vaccinazione anti-COVID-19 aumenta la risposta immunitaria e, di conseguenza, la protezione fornita.4
 

Schemi vaccinali in caso di infezione da SARS-CoV-2

Persone che hanno avuto il COVID-19 e non sono mai state vaccinate

Secondo le indicazioni dell’Agenzia Italiana del farmaco (AIFA), aggiornate al 09/09/2021, le persone che hanno avuto il Covid (con o senza sintomi) e che devono iniziare il ciclo vaccinale primario possono essere vaccinate con un’unica dose di vaccino non prima dei 3 mesi dalla positività, ma preferibilmente entro 6 mesi e comunque entro 12 mesi dalla guarigione.2
 

Persone che hanno contratto il COVID-19 dopo la prima dose di vaccino

Secondo la Circolare del Ministero della Salute del 09/09/2021, le indicazioni per le persone che hanno contratto il Covid dopo la prima dose di vaccino (con schedula vaccinale a due dosi) vengono distinte a seconda di quando l’infezione da SARS-CoV-2 è stata confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo), se prima o dopo 14 giorni dalla somministrazione.Dopo la prima dose, infatti, la protezione fornita dal vaccino non è immediata: si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall’iniezione.10

• Infezione da SARS-CoV-2 entro il 14° giorno dalla prima dose di vaccino: è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro 6 mesi dall’infezione. Successivamente, trascorso un intervallo minimo di almeno 5 mesi (150 giorni) dal ciclo vaccinale così completato, è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) ai dosaggi autorizzati per la stessa.9
• Oltre il 14° giorno: la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. L’eventuale somministrazione di questa non è comunque controindicata.
La somministrazione di una dose di richiamo (booster) è indicata dopo minimo quattro mesi (120 giorni) dall’avvenuta infezione.9
 

Persone che hanno contratto il COVID-19 dopo il ciclo completo

Per le persone che hanno contratto il Covid dopo il ciclo primario è indicata la somministrazione di una dose di richiamo (booster) purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 4 mesi (120 giorni).2
 

Categorie particolari

Persone immunocompromesse (immunodeficienza primitiva, dovuta a terapie, acquisita)

      Alle persone in condizione di immunodeficienza che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 rimane la raccomandazione di proseguire con la schedula vaccinale completa prevista senza variazioni.2
       

      Soggetti di età superiore ai 60 anni e persone fragili

      Secondo la circolare dell’11 luglio 2022,11 è raccomandata una seconda dose di richiamo (4^ dose) con vaccino a mRNA a 

      - tutte le persone maggiori di 60 anni di età11
      - agli individui maggiori di 12 anni con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti11 (malattie respiratorie, cardiocircolatorie, neurologiche, epatiche, cerebrovascolari,diabete, emoglobinopatie, disabilità)11

      purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test diagnostico positivo) 11
       

      Bambini

      Analogamente alla popolazione adulta, l’aver contratto l’infezione da SARS-CoV-2 viene considerata come una dose di vaccino qualora venga rispettata la schedula vaccinale, ossia i tempi di intervallo tra le somministrazioni:12
      • 21/28 giorni tra la prima e la seconda dose (a seconda del tipo di vaccino)
      • 4 mesi dopo la seconda dose (per la dose di richiamo).
      Nel caso l’infezione venisse contratta entro i 14 giorni dalla somministrazione della prima dose, però, deve essere eseguito l’iter previsto per il ciclo primario (due dosi).12
      Se si attendono più di 12 mesi dall’infezione da SARS-CoV-2 per la vaccinazione primaria, anche in questo caso occorre seguire l’iter previsto per il ciclo primario.12 La dose di richiamo (booster), indicata a partire dai 12 anni, viene somministrata dopo 4 mesi o dalla seconda dose di vaccino o dall’infezione da SARS-CoV-2.12

      Bibliografia
      1. Centers for Disease Control and Prevention (CDC): Science Brief: SARS-CoV-2 Infection-induced and Vaccine-induced Immunity
      Disponibile al sito:
      www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/science/science-briefs/vaccine-induced-immunity.html 
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

      2. Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna: Vaccinazione per chi ha già avuto il Covid
      Disponibile al sito:
      www.ausl.mo.it/vaccinazione-per-chi-ha-gia-avuto-covid
       [Ultimo accesso  13/06/2022]

      3. Fondazione Umberto Veronesi: Vaccino dopo Covid-19: come funziona la risposta immunitaria?
      Disponibile al sito:
      www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/da-non-perdere/vaccino-dopo-covid-19-come-funziona-la-risposta-immunitaria
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

      4. Centers for Disease Control and Prevention (CDC): Antibodies and COVID-19
      Disponibile al sito:
      www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/your-health/about-covid-19/antibodies.html 
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

      5. Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA): Domande e risposte sui vaccini COVID-19
      Disponibile al sito:
      www.aifa.gov.it/documents/20142/1297852/domande_risposte_vaccini_COVID.pdf
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

      6. WHO:Interim statement on decision-making considerations for the use of variant updated COVID-19 vaccines
      Disponibile al sito:
      www.who.int/news/item/17-06-2022-interim-statement-on-decision-making-considerations-for-the-use-of-variant-updated-covid-19-vaccines
      [Ultimo accesso  15/07/2022]

      7. Peter Nordström, Marcel Ballin, Anna Nordström: Risk of SARS-CoV-2 reinfection and COVID-19 hospitalisation in individuals with natural and hybrid immunity: a retrospective, total population cohort study in Sweden. Lancet Infect Dis 2022; 22: 781–90. Published: March 31, 2022
      Disponibile al sito:
      doi.org/10.1016/S1473-3099(22)00143-8
       [Ultimo accesso  13/06/2022]

      8. Jacqui Wise. Covid-19: Omicron infection is poor booster to immunity, study finds
      BMJ 2022;377:o1474 Published: 15 June 2022
      Disponibile al sito
      http://dx.doi.org/10.1136/bmj.o1474
       Published: 15 June 2022
      [Ultimo accesso  15/07/2022]

      9. Ministero della Salute: Circolare 0040711-09/09/2021-DGPRE-DGPRE-P
      del 09/09/2022: Chiarimenti in merito alla vaccinazione anti-COVID-19 in chi ha contratto un’infezione da SARS-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi. 
      Disponibile al sito:
      www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=82742&parte=1%20&serie=null
       [Ultimo accesso  13/06/2022]

      10. Ministero della Salute. Vaccini anti-COVID-19 FAQ
      Disponibile al sito:
      www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=255
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

      11. Ministero della Salute: Circolare 0032264 dell’ 11/07/2022
      Estensione della platea vaccinale destinataria della seconda dose di richiamo (second booster) nell’ambito della campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID- 19.
      Disponibile al sito:
      https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2022&codLeg=88043&parte=1%20&serie=null
      [Ultimo accesso  15/07/2022]

      12. Società Italiana di Pediatria (SIP): Covid, quando vaccinare i bambini che hanno avuto l’infezione?
      Disponibile al sito:
      sip.it/2022/01/25/covid-quando-vaccinare-i-bambini-che-hanno-avuto-linfezione/
      [Ultimo accesso  13/06/2022]

       

      PP-UNP-ITA-1084
      Yes

      Come riconoscere i sintomi e come agire in caso di contagio?

      26 Ottobre 2021
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      Mamma e papà, ecco come riconoscerla e come comportarsi.

      Polmonite letteralmente significa “infezione del polmone”1 ed è una delle patologie che colpiscono più facilmente quando il sistema immunitario è fragile, come nei bambini2: è una malattia infiammatoria a carico dell’apparato respiratorio che, in particolare, interessa i polmoni. Una patologia piuttosto diffusa: in Italia, ogni anno, ne vengono diagnosticati circa 200.000 casi.2

      Come riconoscere i sintomi e come agire in caso di contagio? Mamma e papà: ecco una guida per prevenire, identificare e curare la polmonite nei più piccoli.

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      Polmonite letteralmente significa “infezione del polmone”1 ed è una delle patologie che colpiscono più facilmente quando il sistema immunitario è fragile.

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      La polmonite: quella di origine batterica è la più diffusa

      La polmonite è un’infiammazione che colpisce gli alveoli polmonari, ovvero la parte terminale dei polmoni, la cui funzione è quella di estrarre ossigeno dall’aria che si respira, cedendo anidride carbonica.3

      La sua origine? Solitamente è virale o batterica. Nel primo caso, i responsabili della polmonite virale – che si manifesta soprattutto nei bambini – sono virus di tipo respiratorio. Nel caso della polmonite batterica, invece, è principalmente lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco la causa principale scatenante.3

      Cos’è? Spesso lo pneumococco risiede in modo del tutto innocuo nel tratto respiratorio superiore dell’organismo di adulti e bambini e in quello dei più piccoli (più precisamente localizzandosi nel naso e nella faringe), senza creare problemi. Quando, però, le difese immunitarie si abbassano o sono poco sviluppate – come nel caso dei bambini – il batterio riesce a superare la barriera naso-faringea, causando un’infezione alle vie respiratorie.4

      Si parla, quindi, di polmonite batterica: più diffusa di quella virale, rappresenta la maggior parte dei casi di infezione.3

      Le vie respiratorie si infiammano e gli alveoli polmonari si riempiono di liquido, rendendo difficoltoso il naturale scambio gassoso prodotto durante l’atto respiratorio e causando la tosse. Se l’infezione risulta particolarmente estesa, e quindi più grave, si può arrivare anche alla morte del paziente.3

      A questo proposito i numeri raccontano una situazione severa, anche per quanto riguarda i più piccoli. Secondo i dati riportati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, solo le infezioni causate da pneumococco comportano ogni anno circa 1,6 milioni di decessi.5 Tra questi, circa un milione riguardano i bambini di età inferiore a 5 anni.3

      Come riconoscere la polmonite in un bambino

       

      Come riconoscere la polmonite in un bambino: modalità di contagio e principali sintomi

      Lo pneumococco si trasmette da soggetto a soggetto attraverso le goccioline di saliva infette disperse nell’aria. Colpi di tosse, starnuti o anche parlare a distanza ravvicinata e toccare superfici contaminate, sono tutti possibili veicoli di contagio. La diffusione del batterio, poi, è favorita nei luoghi affollati: asili e scuole sono, tra gli altri, spazi in cui è più probabile venire a contatto con lo pneumococco e in cui il livello di attenzione dei genitori deve aumentare.4

      Non sempre, però, si riesce ad anticipare il contagio. Come capire, allora, se il piccolo ha contratto la polmonite?

      I sintomi più comuni e presenti a tutte le età sono la tosse, che può essere accompagnata da catarro, e la difficoltà a respirare.3

      Tra gli altri sintomi tipici della polmonite spiccano, poi:

      • presenza di brividi;
      • sudorazione;
      • accelerazione del battito cardiaco;
      • sensazione di malessere generalizzato;
      • perdita di appetito;
      • respiro affannoso a volte accompagnato da dolori al torace.3

      Soprattutto nei bambini, inoltre, un campanello d’allarme a cui prestare attenzione è l’insorgere della febbre che spesso si presenta elevata.2

      Se il piccolo manifesta uno o più di questi sintomi, è fondamentale rivolgersi in modo tempestivo al medico: dato che nei bambini riconoscere se la polmonite è di origine batterica o virale è quasi impossibile, solo uno specialista può formulare una corretta diagnosi ed indicare la terapia più appropriata da seguire per guarire ed evitare complicazioni.1

       

      Come curare la polmonite in età infantile: diagnosi e terapia

      Se il piccolo presenta uno o più sintomi della polmonite è importante fissare tempestivamente una visita dal pediatra, per capire se è in corso la malattia.3

      Soprattutto quando è in fase iniziale o in forma lieve, infatti, la polmonite può essere confusa con altre patologie o scambiata per un’infezione toracica o una bronchite. Un modo per capire se il polmone è a rischio? La valutazione della frequenza respiratoria, che risulta più elevata in caso di lesione.1

      Una volta diagnosticata, la polmonite viene trattata con una terapia antibiotica: una prassi nei bambini di età superiore ai 2 anni a causa della difficoltà nel distinguere l’origine virale o batterica della malattia. Nei bambini di età inferiore ai 2 anni, soprattutto quando i sintomi sono lievi, è invece previsto un periodo di osservazione in alternativa ai medicinali: questo perché nei primi anni di vita la polmonite è spesso di carattere virale.1

      In generale, ad ogni terapia vanno associati riposo e tanta idratazione: mamme e papà, per aiutare la guarigione, tenete il piccolo in casa, al caldo, e fatelo bere tanto!3

      Come curare la polmonite in età infantile

       

      Prevenzione: proteggere i bambini dalla polmonite si può

      Mettere al riparo i bambini dalla polmonite è possibile, e gli strumenti a disposizione dei genitori sono più di uno.

      I principali sono dettati dal buon senso come, ad esempio, quelli legati al rispetto delle norme igieniche di base. Tutte le persone che vengono a contatto con un bambino dovrebbero: 3

      • lavare spesso le mani, per evitare di contaminare le superfici e gli oggetti con i batteri;
      • coprirsi la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce;
      • buttare via i fazzoletti di carta una volta usati.

      Il contagio da pneumococco, inoltre, è prevenibile attraverso una vaccinazione specifica, che in Italia è raccomandata a tutti i bambini,3 e che viene somministrata in tre dosi durante il primo anno di età.

      Secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017- 2019, la prima vaccinazione antipneumococcica avviene al terzo mese di vita, la seconda dose viene somministrata al quinto mese, mentre il terzo richiamo viene fatto tra l’undicesimo e il tredicesimo mese.6

      Per ridurre al minimo il rischio di contrarre la polmonite è importante completare l’intero ciclo di vaccinazioni, assicurando così la massima protezione al bambino: considerato, infatti, che statisticamente il maggior numero di contagi avvengono tra i 6 e gli 11 mesi di vita del piccolo, eseguire entro quella data le prime due somministrazioni è fondamentale per ottenere una copertura efficace. Chiudere il ciclo, con la terza dose, garantisce, infine, una protezione dal batterio dello pneumococco a lungo termine.7

      Una buona norma, quella della prevenzione, che ha dimostrato concretamente la sua efficacia: secondo uno studio recente, a partire dall’inserimento di questa vaccinazione nei programmi sanitari europei, il tasso di infezioni gravi da pneumococco riguardanti i bambini sotto i 5 anni è drasticamente sceso del 55%.4

       

      Bibliografia

      [1] Ansa. La polmonite in 8 domande e risposte. Disponibile al sito:  http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_bambini/notizie_dai_pediatri/2016/11/09/la-polmonite-in-8-domande-e-risposte-_799c27cd-bb0c-4047-ac43-c4405f6ecab6.html [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [2] Ok salute. Polmonite: cause, sintomi e vaccino. Disponibile al sito: https://www.ok-salute.it/salute/polmonite-cause-sintomi-cure-e-vaccino/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [3] Ministero della salute. Malattie infettive. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=121&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1 [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [4] Vaccinarsì. Infezione da pneumococco. Disponibile al sito: https://www.vaccinarsi.org/scienza-conoscenza/malattie-prevenibili/pneumocco [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [5] World Health Organization (WHO), Weekly epidemiological record, No 12, 2007, 82, 93-104. Disponibile al sito: https://www.who.int/immunization/wer8212pneumococcus_child_Mar07_position_paper.pdf?ua=1 - :~:text=En 2005, l'OMS a,dans des pays en développement [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [6] PNPV, 2017-2019. Disponibile al sito: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_4829_listaFile_itemName_0_file.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

      [7] Alain Gervaix et al., “Pneumococcal Vaccination in Europe: Schedule Adherence”, Clinical Therapeutics/Volume 36, Number 5, 2014 [Ultimo accesso 04/11/2021]

       

       

       PP-VAC-ITA-0702

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      La polmonite è un’infiammazione che colpisce gli alveoli polmonari

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