ARTICOLO

 

I VACCINI ADATTATI ALLE NUOVE VARIANTI DEL VIRUS DEL COVID-19

12 Gennaio 2023

Cosa si intende per vaccino bivalente?

I vaccini anti COVID-19 originali, detti monovalenti perché sviluppati unicamente sul ceppo originario di Wuhan, risultano ancora efficaci nel prevenire la malattia in forma grave, l’ospedalizzazione e i decessi associati al COVID-19 e vengono tutt’ora utilizzati per effettuare il ciclo primario di vaccinazione.1

Poiché, però, non è possibile prevedere come il virus evolverà in futuro e quali varianti circoleranno, la strategia mondiale per combattere la pandemia è stata - ed è - quella di studiare vaccini adattati alle diverse varianti del SARS-CoV-2 al fine di poterli inserire nei calendari vaccinali dei vari Paesi.2

Impatto del Covid-19 con e senza vaccinazione

Attualmente, alcuni vaccini a mRNA sono stati sviluppati sulla variante Omicron e vengono definiti bivalenti perché contengono due molecole di mRNA (RNA messaggero): una con istruzioni per produrre la proteina spike (S) del ceppo originale di SARS-CoV-2 (original) e l’altra per produrre quella della variante Omicron.2

EMA e AIFA hanno autorizzato le seguenti formulazioni bivalenti:
• original/Omicron BA.1
• original/Omicron BA.4-5

Le sigle BA.1 e BA.4-5 si riferiscono alle sottovarianti di Omicron.2
 

Le varianti del SARS-CoV-2

Il SARS-CoV-2 va incontro a mutazioni genetiche che possono alterare sia la patogenicità del virus sia la capacità di eludere il sistema immunitario. Analogamente a quella di altri virus, l’evoluzione del coronavirus è indirizzata a superare le difese fisiologiche umane e, nel tempo, il SARS-CoV-2 si può differenziare in varianti che possono avere caratteristiche diverse rispetto al ceppo ancestrale.3

L'evoluzione genetica del coronavirus è stata minima durante la fase iniziale della pandemia3 ma, successivamente, cinque varianti sono state individuate e considerate più preoccupanti rispetto ad altre:

• Alfa (B.1.1.7)
• Beta (B.1.351)
• Gamma (P.1)
• Delta (B.1.617.2)
• Omicron (B.1.1.529): segnalata per la prima volta in Sudafrica nel novembre 2021.3

La variante Omicron ha più di cento sottovarianti di cui le principali, oltre a quelle indicate in figura,4 sono Typhon (BQ.1), Cerberus (BQ.1.1), Centaurus (BA.2.75),Chiron (Ba.2.75.2).

Queste sottovarianti sono caratterizzate dalla capacità di eludere il sistema immunitario dei pazienti già infettati da SARS-CoV-2 e delle persone vaccinate con ciclo primario e hanno dimostrato di poter reinfettare gli individui guariti.4
 

Per approfondire:
La funzione degli anticorpi e la reinfezione dopo guarigione dal Covid-19
 

Le persone non vaccinate, presenti in alta percentuale soprattutto nei Paesi a basso reddito per mancanza di vaccini, hanno maggiori probabilità di concorrere alla diffusione virale.

La trasmissione del SARS-CoV-2 è determinante sia perché potrebbero emergere nuove varianti più infettive e/o più capaci di fuggire all’immunità, sia perché le conseguenze a cui potrebbe portare a livello globale sono difficili da prevedere.4
 

    Qual è la differenza nel funzionamento rispetto al vaccino monovalente?

    I vaccini bivalenti funzionano allo stesso modo dei vaccini monovalenti, ossia andando a stimolare il sistema immunitario per difendersi da un potenziale attacco da parte del SARS-CoV-2.

    Ogni vaccino bivalente contiene mRNA (RNA messaggero) che è una molecola in grado di fornire le istruzioni per sintetizzare le proteine spike del coronavirus. Tali proteine, presenti sulla superficie del virus e differenti in alcune porzioni della molecola a seconda della variante, sono responsabili dell’ingresso del SARS-CoV-2 nelle cellule.

    In seguito a vaccinazione, alcune cellule del corpo umano leggono le istruzioni dell'mRNA e producono temporaneamente le proteine spike. Il sistema immunitario, riconoscendo tali proteine come estranee, scatena una reazione di difesa e produce anticorpi facendo in modo che, nel caso l’individuo vaccinato entri in contatto con SARS-CoV-2, sia già pronto ad attaccarlo.5

    Per approfondire:
    Come funzionano i vaccini anti COVID-19

        I vaccini bivalenti original/BA.1, oltre a stimolare il sistema immunitario contro la proteina spike del ceppo di Wuhan, innescano un’attivazione maggiore del monovalente anche nei confronti della sottovariante BA.1.2
        I vaccini original/BA.4/5 sono stati formulati al fine di aumentare la protezione contro le sottovarianti BA.4/BA.5 di Omicron attualmente circolanti.2

        Come è stato precisato da AIFA, al momento non ci sono evidenze per poter esprimere un giudizio di uso preferenziale di uno dei due vaccini bivalenti rispetto all’altro, ritenendo che entrambi possano ampliare la protezione contro diverse varianti e possano concorrere a mantenere una protezione ottimale contro la malattia COVID-19.6
         

        A chi sono indicati i vaccini bivalenti*?

        I vaccini a mRNA bivalenti sono indicati come dose di richiamo, a prescindere dal numero di dosi precedentemente ricevute,7 a partire dai 12 anni di età a condizione che siano trascorsi almeno 120 giorni dall’ultima vaccinazione anti COVID-19 ricevuta6 o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2 (data del tampone positivo).7

        I vaccini bivalenti sono raccomandati per effettuare dosi di richiamo anche nelle donne in gravidanza6 e nei pazienti immunocompromessi.6

        La vaccinazione anti COVID-19 può essere fatta in concomitanza con altri vaccini, con l’eccezione di quello contro il vaiolo delle scimmie (MVA-BN), la cui somministrazione deve avvenire almeno a 28 giorni di distanza l'uno dall'altro.7

        *Secondo le indicazioni del Ministero della Salute, Circolari del 23/9/2022 e del 17/10/2022

        Per approfondire:
        Vaccinazione COVID-19: quarta dose e importanza dei richiami

        Bibliografia:

        1. WHO Collaborating Centre for Vaccine Safety. What is the recommended use of updated bivalent COVID-19 booster vaccines?
        Disponibile al sito:
        www.covid19infovaccines.com/en-posts/what-is-the-recommended-use-of-updated-bivalent-covid-19-booster-vaccines
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]
         
        2. WHO Collaborating Centre for Vaccine Safety. What are the so-called COVID-19 bivalent booster vaccines?
        Disponibile al sito:
        www.covid19infovaccines.com/en-posts/what-are-the-so-called-covid-19-bivalent-booster-vaccines
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]
         
        3. Aleem A, Akbar Samad AB, Slenker AK. Varianti emergenti di SARS-CoV-2 e nuove terapie contro il coronavirus (COVID-19) [Aggiornato il 10 ottobre 2022. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 gennaio. Disponibile al sito:
        www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK570580/
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]
         
        4. Kherabi, Y.; Launay, O.; Luong Nguyen, L.B. COVID-19 Vaccines against Omicron Variant: Real-World Data on Effectiveness. Viruses2022,14,2086.
        Disponibile al sito: doi.org/10.3390/v14102086
        [Ultimo accesso 27/10/2022]
         
        5. WHO Collaborating Centre for Vaccine Safety. How do the updated bivalent COVID-19 vaccines work?
        Disponibile al sito:
        www.covid19infovaccines.com/en-posts/how-do-the-updated-bivalent-covid-19-vaccines-work
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]
         
        6. Ministero della Salute.Aggiornamento delle indicazioni sull’utilizzo dei vaccini a m-RNA bivalenti. Circolare 0040319 del 23/9/2022
        Disponibile al sito:
        www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2022&codLeg=89142&parte=1%20&serie=null
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]
         
        7. Ministero della Salute. Aggiornamento delle indicazioni sul richiamo con vaccini a RNA-bivalenti nell’ambito della campagna di vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.
        Circolare 0043189 del 17/10/2022
        Disponibile al sito:
        www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1666038901.pdf
        [Ultimo accesso: 27/10/2022]

        PP-UNP-ITA-1423

        Yes

        La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

        14 Dicembre 2021
        Detailed description: 
        Description to the right of Yellow bar: 

        Cosa mangiare nel corso di una polmonite e nel successivo periodo di recupero? In questi casi il cibo non rappresenta solo un “genere di conforto”, ma una vera e propria arma aggiuntiva nel nostro arsenale, per contrastare l’infezione favorire un pronto e completo recupero.1

        Large Image: 
        Polmonite: cosa mangiare e quale dieta seguire
        Blockquotes in pink: 

        Un apporto nutrizionale ottimale gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario.1

        Main Description: 

        Un apporto nutrizionale ottimale gioca infatti un ruolo fondamentale nel funzionamento del nostro sistema immunitario;1 in particolare nella polmonite, l’introduzione con la dieta di vitamine e oligoelementi (micronutrienti)  rappresenta una freccia ben appuntita di cui dotare il nostro “arco” immunitario.1 Si pensi che in uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero.1

        É bene quindi conoscere meglio il legame tra alimentazione e polmonite, al fine di una più rapida guarigione.

         

        Polmonite e alimentazione: ecco cosa non deve mancare nella nostra dieta

        La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

        Con i cibi vengono infatti introdotti i cosiddetti micronutrienti, ovvero sostanze di cui il nostro organismo necessita in quantità molto piccole, ma di importanza fondamentale per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.2

        I micronutrienti sono rappresentati da:2

        • Vitamine (A, del Gruppo B, C, D, E, K)
        • Minerali (calcio e fosforo)
        • Oligoelementi (ferro, zinco, selenio e magnesio)

        Basse concentrazioni di micronutrienti rendono il nostro organismo più suscettibile alle infezioni sia virali che batteriche,1 come quella da pneumococco, uno dei principali responsabili della polmonite.

        Il livello ematico dei micronutrienti (cioè la loro concentrazione nel sangue) può diminuire principalmente per due cause:

        1. Inadeguato apporto con la dieta 2
        2. Infezioni o altri fattori di stress 1

        In caso di polmonite, il loro reintegro con una adeguata alimentazione, oppure attraverso l’assunzione di integratori alimentari o cibi fortificati (arricchiti) favorisce sia il decorso clinico che il recupero.1  (Per saperne di più sugli alimenti fortificati clicca qui).

        Carenze o livelli non ottimali di micronutrienti, infatti, agiscono negativamente sul sistema immunitario e riducono la resistenza alle infezioni.1 Nel corso della polmonite, inoltre, si determina nel polmone un forte stress ossidativo, dovuto ai cosiddetti radicali liberi che si generano nel corso dell’infezione.3 Potremmo immaginare i radicali liberi come delle minuscole biglie di metallo che, andando a colpire le nostre cellule, arrecano quello che viene definito “danno da stress ossidativo”.3

        Numerosi studi hanno mostrato che, durante la polmonite, il danno da stress ossidativo risulta ben maggiore nelle persone che non seguono una dieta corretta, rispetto a quelle che si alimentano in maniera equilibrata;3 i polmoni di questi ultimi andranno incontro quindi ad un recupero più rapido, avendo subito un minor danno cellulare.

        Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

         

        Il ruolo dei micronutrienti nella difesa dalla polmonite: cosa mangiare (e quanto)

        Vitamine, minerali e oligoelementi costituiscono nel loro complesso i cosiddetti micronutrienti;2 Introdotti attraverso i cibi, e sempre importanti per supportare le normali funzioni fisiologiche del nostro organismo, diventano indispensabili nel corso di infezioni come la polmonite: cosa mangiare in questi casi rappresenta quindi un fattore di estrema importanza.

        I micronutrienti hanno un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del sistema immunitario. É stato ampiamente dimostrato come essi siano coinvolti in moltissime funzioni tra cui:

        • sviluppo e mantenimento delle barriere fisiche naturali (cute, saliva, lacrime) 1
        • modulazione di processi infiammatori (e riparazione dei danni da infiammazione) 1
        • produzione di anticorpi (in grado di riconoscere ed annientare batteri e virus) 1
        • generazione di cellule della memoria (responsabili della memoria immunitaria)1

        Alcuni micronutrienti sembrano avere però un ruolo più specifico di altri in presenza di malattie respiratorie, stabilendo una stretta connessione tra polmonite e alimentazione.

        In funzione del loro contenuto in micronutrienti, alcuni cibi saranno quindi preferibili rispetto ad altri. A questo proposito è consigliabile consultare il proprio medico per valutare una opportuna dieta per la polmonite, durante il periodo di recupero.

        Vediamo quali sono gli alimenti ideali per la polmonite, e cosa devono contenere.

         

        Vitamina C e polmonite

        La Vitamina C partecipa a numerose reazioni metaboliche,4 al mantenimento degli epiteli di rivestimento1 (come la cute e altre barriere fisiche), alla produzione di anticorpi;1 ma il suo ruolo principale nell’ambito del sistema immunitario è quello di antiossidante,5 proteggendo le cellule dell’ospite dallo stress ossidativo dovuto all’infezione.5  In persone che assumono alte dosi di Vitamina C si riscontra infatti diminuzione della durata della polmonite,5 della probabilità di morte,5 e dei giorni di ricovero ospedaliero.5e

         

        «In uno studio su cosa mangiare in caso di polmonite, si è osservato che integrando la dieta con 200 mg/giorno di Vitamina C, si ottiene un netto miglioramento dei sintomi respiratori,1 e una diminuzione dei giorni di degenza in caso di ricovero ospedaliero».1

         

        Anche nella prevenzione della polmonite, la Vitamina C sembra giocare un ruolo importante: in decine di studi, infatti, questa vitamina ha dimostrato di aumentare la resistenza verso molteplici infezioni sia virali che batteriche,5 con particolare risalto proprio a quelle che colpiscono le vie respiratorie, come la polmonite.1

        È bene quindi introdurne con la dieta almeno 60 mg al giorno.4 A questo proposito, ecco i migliori alimenti per la polmonite per mantenere livelli adeguati di Vitamina C:4

        • Kiwi
        • Agrumi
        • Pomodori
        • Peperoni

        Alimenti che sarebbe meglio consumare crudi, o poco cotti, per garantire un apporto ottimale,4 perché la Vitamina C è rapidamente deteriorabile.4

         

        Vitamina D e polmonite

        Integrare la propria dieta con Vitamina D può ridurre il rischio di infezioni respiratorie come la polmonite sia nei bambini che negli adulti.1

        Oltre al ben noto ruolo nel favorire la mineralizzazione dello scheletro,4 infatti, la Vitamina D svolge un ruolo attivo nel funzionamento del sistema immunitario: alcuni suoi derivati (metaboliti) sembrano regolare la produzione di proteine specifiche,1 capaci di uccidere direttamente virus e batteri (patogeni), coadiuvando così la risoluzione di infezioni, incluse quelle polmonari.1

        Inoltre, è piuttosto recente la scoperta che molte cellule del sistema immunitario sono dotate di recettori per la Vitamina D,1 suggerendo così un importante ruolo di questo micronutriente nella difesa del nostro organismo da agenti esterni.1

        Come introdurla con la dieta? La Vitamina D è scarsamente contenuta nei cibi, ad eccezione dell’olio di fegato di merluzzo.4 Fortunatamente, però, questo non costituisce un problema, perché è il nostro organismo a produrla autonomamente, a partire da derivati del colesterolo presenti nella pelle, grazie all’esposizione ai raggi solari.4 La quantità giornaliera consigliata è di 2000 IU (50 microgrammi).1

         

        Zinco e polmonite

        Diverse ricerche condotte negli ultimi anni hanno dimostrato che carenze di Zinco rendono più suscettibili alle infezioni respiratorie come la polmonite.6

        Una corretta alimentazione basata sulla dieta mediterranea contiene già la giusta quantità di questo oligoelemento per un corretto funzionamento del sistema immunitario.6 Ma durante una infezione, come ad esempio durante una polmonite, i livelli di Zinco si riducono.6

        Ecco i cibi consigliabili per reintegrare le perdite di Zinco in caso di polmonite:6

        • Ostriche e crostacei
        • Legumi
        • Avena
        • Frutta a guscio (come mandorle, noci, arachidi o pistacchi)
        • Pesce azzurro
        • Carne

        Il fabbisogno giornaliero di Zinco a partire dai 4 anni di età è di 11 mg.7

        Il contenuto di micronutrienti all’interno dei cibi è strettamente regolato nei paesi facenti parte della Comunità Europea, attraverso il regolamento del Parlamento Europeo relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari (CE N. 1924/2006).

        Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

         

        Polmonite e alimentazione negli over 65: quando la dieta diventa un'alleata

        Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno si registrano ben 450 milioni di casi di polmonite nel mondo. Di questi, circa 4 milioni hanno purtroppo un esito infausto:3 è importante quindi mettere in atto tutte le strategie di difesa utili a migliorare il decorso della malattia. Tra queste, una dieta opportuna non occupa certo un posto di secondo piano, soprattutto negli ultrasessantacinquenni, perchè è proprio in questa fascia di popolazione che si concentra il maggior tasso di mortalità per polmonite (nel 2018 il 95% delle morti ha riguardato persone oltre i 65 anni di età).8

        Una corretta alimentazione negli over 65 rappresenta un ulteriore strumento di prevenzione della polmonite, in aggiunta alla vaccinazione anti-pneumococco.
        (Per approfondire l’argomento si consiglia di leggere questo articolo).

        Negli anziani, infatti, possono spesso verificarsi stati di malnutrizione, dovuti non tanto ad una carenza di cibo,9 quanto più alla mancanza di appetito, alla difficoltà di preparare i pasti, di masticare o di deglutire;9 senza contare che spesso gli ultrasessantacinquenni assumono quotidianamente farmaci, che possono ridurre la capacità di assimilare i nutrienti.9

        Bisognerebbe tenere ben presente che un’alimentazione corretta rappresenta una preziosa alleata, per prevenire e combattere la polmonite e altre malattie di origine batterica o virale, in virtù della stretta correlazione esistente tra dieta e sistema immunitario.

        Uno studio riguardante l’impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento10 ha mostrato che la nostra “dieta mediterranea” ha effetti assolutamente benefici sull’invecchiamento e sulla fragilità dell’anziano;10 il consumo abituale di adeguate quantità di frutta, verdura e pesce, costituenti fondamentali della dieta mediterranea, si associa infatti a una minore fragilità.10

        In caso di scarsa predisposizione al consumo di questi alimenti, oppure in caso di utilizzo di farmaci che ne riducono l’assorbimento, è bene quindi consultare il proprio medico di fiducia, che saprà valutare eventuali integrazioni alla dieta per contrastare la polmonite ed altre infezioni.

         

        Bibliografia:

        [1] Calder PC, Carr AC, Gombart AF, Eggersdorfer M. Optimal Nutritional Status for a Well-Functioning Immune System Is an Important Factor to Protect against Viral Infections. Nutrients. 2020 Apr 23;12(4):1181. doi: 10.3390/nu12041181. PMID: 32340216; PMCID: PMC7230749. [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [2] Polo Didattico Panico. Infermieristica. I micronutrienti. Disponibile al sito:

        http://infermieristica.polodidatticopanico.com/wp-content/uploads/sites/2/2014/12/5-Vitamine-ed-oligoelementi-inf-2014.pdf  [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [3] Yang PH, Lin MC, Liu YY, Lee CL, Chang NJ. Effect of Nutritional Intervention Programs on Nutritional Status and Readmission Rate in Malnourished Older Adults with Pneumonia: A Randomized Control Trial. Int J Environ Res Public Health. 2019 Nov 27;16(23):4758. doi: 10.3390/ijerph16234758. PMID: 31783672; PMCID: PMC6926802. [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [4] Epicentro Istituto Superiore di Sanità. Vitamine, Informazioni generali. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/vitamine/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [5] Hemilä H, Louhiala P. Vitamin C for preventing and treating pneumonia. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Aug 8;(8):CD005532. doi: 10.1002/14651858.CD005532.pub3. PMID: 23925826. [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [6] Pagine Mediche. Zinco, il minerale per combattere l’influenza. https://www.paginemediche.it/benessere/cura-e-automedicazione/zinco-il-minerale-per-combattere-l-influenza [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [7] National Institute of Health. Office of Dietary Supplements Zinc. Fact Sheet for Health Professional. Disponibile al sito: https://ods.od.nih.gov/factsheets/Zinc-HealthProfessional/ [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [8] ISTAT. Mortalità per territorio di residenza: causa ed età. Disponibile al sito: http://dati.istat.it/index.aspx?queryid=26428 [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [9] AIRC. L’alimentazione negli Over 65. Disponibile al sito: https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/alimentazione/guida-menu/lalimentazione-negli-over-65 [Ultimo accesso 04/11/2021]

        [10] Congresso Nazionale Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. Impatto della nutrizione sulla qualità dell’invecchiamento. Atti congressuali 64°. Novembre 2019. Disponibile al sito https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2019/11/SIGG%202019_Atti_Congressuali_def.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

         

        PP-VAC-ITA-0699

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        La prevenzione e la cura della polmonite passano inevitabilmente attraverso la nutrizione.

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