ARTICOLO

COVID-19 E DONAZIONI DEL SANGUE: COSA SAPERE E COSA FARE

25 Luglio 2022

Le trasfusioni di sangue rappresentano una terapia salvavita in numerosi casi:

  • eventi traumatici: incidenti, interventi chirurgici
  • patologie croniche: anemie congenite come la talassemia
  • tumori: la trasfusione può essere una terapia di sostegno per superare gli effetti collaterali della chemioterapia.1

COVID-19 e donazioni del sangue: cosa sapere e cosa fare

Il sangue non può essere sostituito da alcun farmaco e non può essere prodotto in laboratorio.
 
La necessità delle donazioni non è diminuita nemmeno durante la pandemia in quanto, nonostante gli interventi programmati fossero ridotti, le scorte sono state necessarie per i pazienti talassemici, leucemici, oncologici, trapiantati e per gli stessi malati di COVID-19.2
 

La donazione del sangue è un gesto compiuto sempre in assoluta sicurezza. Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino la trasmissione del virus SARS-CoV-2 attraverso le trasfusioni.3

 

I centri trasfusionali sono luoghi sicuri?

Seguendo le indicazioni del Ministero della Salute,3 i centri trasfusionali hanno adottato delle procedure per la sicurezza dei donatori e degli operatori:
 

  • donazione su prenotazione
  • riduzione delle agende per evitare assembramenti
  • valutazione dello stato di salute del donatore prima di accedere alle sedi deputate
  • misurazione della temperatura corporea non solo ai donatori ma anche, quotidianamente, al personale sanitario
  • obbligo di uso di dispositivi di protezione da parte degli operatori e dei donatori
  • sanificazione frequente degli ambienti e delle superfici
  • messa a disposizione di gel disinfettante per le mani.2

 

A quali domande deve rispondere il donatore durante il colloquio di idoneità?

Le telefonate effettuate sia per prenotare la donazione che per confermarla (di solito il giorno prima) consentono di verificare l’idoneità del donatore, regolare il numero di accessi ed evitare l’aggregazione presso i locali di attesa.
 

Il virus SARS-CoV-2 è trasmissibile con la trasfusione?

A oggi non sono stati rilevati casi a seguito di trasfusione, nemmeno da parte di soggetti asintomatici.4

Per tutelare il ricevente, il donatore deve contattare il servizio trasfusionale o la sede dell’associazione presso la quale ha donato in caso:

Dopo quanto tempo si può donare il sangue se si è risultati positivi al COVID-19?

Le persone risultate positive al tampone sono tenute a osservare un periodo di sospensione dalla donazione. Occorre attendere 14 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi (fatta eccezione per la perdita del gusto e dell'olfatto che possono permanere per diverso tempo anche a guarigione avvenuta) oppure risultare negativi al test molecolare o antigenico.3
 

Si può donare il sangue se si è stati a contatto stretto con un paziente affetto da COVID-19?

Si può donare solo dopo aver assolto alle misure di sicurezza previste.5

Secondo la circolare del 30/03/2022 del Ministero della Salute, in caso di contatto stretto con un soggetto positivo al SARS-CoV-2 è applicato il regime dell’autosorveglianza:

  • obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto
  • qualora, durante il periodo di autosorveglianza, la persona che ha avuto il contatto dovesse accusare uno dei sintomi di possibile infezione da SARS-CoV-2, è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico o molecolare per la rilevazione del coronavirus. In caso di risultato negativo va ripetuto, se ancora sono presenti sintomi, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.6
     

Si può donare il sangue se ci si è vaccinati?

Per quanto riguarda i tipi di vaccini attualmente disponibili in Italia (a mRNA, a vettore virale, ricombinanti), è possibile donare dopo 48 ore dalla somministrazione.

Nel caso si verifichino sintomi (come febbre o spossatezza) successivi alla vaccinazione occorrerà attendere almeno una settimana dalla risoluzione degli stessi prima di donare.

Per quanto riguarda i vaccini con virus attenuati (al momento non ancora disponibili in Italia) occorrerà aspettare 4 settimane prima di donare.5

 

La vaccinazione anti-COVID-19 e quella antinfluenzale sono fortemente raccomandate per tutti i donatori, a salvaguardia della salute propria, dei familiari e per garantire un quantitativo sufficiente di sangue.4


Esistono differenze tra il sangue dei vaccinati e quello dei non vaccinati?

Il Centro Nazionale Sangue sottolinea come non ci sia alcuna differenza tra il sangue dei vaccinati e quello dei non vaccinati: entrambi salvano vite ogni giorno.7
 

In caso di aumentata richiesta di donazioni si può donare con maggior frequenza?

A tutela della salute del donatore e al fine di garantire la maggiore qualità del sangue, restano in vigore le normali regole riguardanti gli intervalli da rispettare tra una donazione e l’altra: tra 2 donazioni di sangue intero è necessario aspettare 90 giorni8 per un massimo di

  • 4 donazioni all’anno per gli uomini e le donne in età non fertile
  • 2 per le donne in età fertile9

Tra 2 donazioni di plasma è sufficiente aspettare 15 giorni.8

Per maggiori indicazioni sul tipo e sugli intervalli tra le donazioni, consultare il sito del Centro Nazionale Sangue del Ministero della Salute:9

https://www.centronazionalesangue.it/tipi-di-donazione/
 

Cosa fare per tutelare ulteriormente la salute propria e quella altrui?

  • Lavare spesso le mani
  • Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
  • Evitare abbracci e strette di mano
  • Mantenere nei contatti sociali una distanza interpersonale di almeno un metro
  • In caso di starnuto o colpo di tosse coprire bocca e naso con un fazzoletto evitando il contatto delle mani
  • Non scambiare con altre persone bottiglie e bicchieri, in particolare durante l'attività sportiva
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani
  • Assumere farmaci antivirali e antibiotici solo se prescritti dal medico
  • Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol. 3

 

Bibliografia

1. Centro Nazionale Sangue: Quando serve il sangue
Disponibile al sito: www.centronazionalesangue.it/quando-serve-il-sangue - [Ultimo accesso  25/05/2022]
2. FIDAS: Le FAQ del dono: CoronaVirus & Donazione
Disponibile al sito: www.fidasisontina.org/easyne2/notizia/Le_FAQ_del_dono_CoronaVirus__Donazione.aspx - [Ultimo accesso  25/05/2022]
3. Avis: Donare durante la pandemia
Disponibile al sito: www.avis.it/it/donare-durante-la-pandemia - [Ultimo accesso  25/05/2022]
4. Centro Nazionale Sangue: Linee di indirizzo nazionali per la sicurezza della donazione, rivolte ai donatori di sangue ed emocomponenti e al personale pubblico ed associativo addetto all’attività di raccolta. Aggiornamento Febbraio 2022
Disponibile al sito: www.centronazionalesangue.it/wp-content/uploads/2022/02/Linee-di-indirizzo-nazionali-per-la-sicurezza-della-donazione_agg.-Febbraio-2022_rev1-.pdf - [Ultimo accesso  25/05/2022]
5. Ministero della Salute:FAQ Donazione di sangue
Disponibile al sito: www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=243 - [Ultimo accesso  25/05/2022]
6. Ministero della Salute: Nuove modalità di gestione dei casi e dei contatti stretti di caso COVID-19. Circolare del 30/03/2022
Disponibile al sito: www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2022&codLeg=86533&parte=1%20&serie=null - [Ultimo accesso  25/05/2022]
7. Centro Nazionale Sangue: In rete fake news sui donatori vaccinati
Disponibile al sito: www.centronazionalesangue.it/cns-in-rete-fake-news-sui-donatori-vaccinati/ - [Ultimo accesso  25/05/2022]
8. FIDAS: Donare ai tempi del COVID
Disponibile al sito: fidas.it/faq-donare-sangue-durante-la-pandemia-coronavirus/ [Ultimo accesso  25/05/2022]
Centro Nazionale Sangue: Tipi di donazione
Disponibile al sito:
https://www.centronazionalesangue.it/tipi-di-donazione/
[Ultimo accesso 10/06/2022]
9. Centro Nazionale Sangue: Tipi di donazione 
Disponibile al sito: https://www.centronazionalesangue.it/tipi-di-donazione/ - [Ultimo accesso 10/06/2022]

 

 

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La vaccinazione pneumococcica è una strategia utile per prevenire le malattie cosiddette pneumococciche.

20 Dicembre 2021
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La vaccinazione pneumococcica è una strategia utile per prevenire le malattie cosiddette pneumococciche (polmonite, meningite, artrite settica e altre), che rappresentano una significativa problematica di salute pubblica1 e sono conseguenti ad un’infezione batterica.

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La vaccinazione pneumococcica negli adulti
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La vaccinazione pneumococcica è consigliata agli adulti (19 – 64 anni) appartenenti a categorie a rischio e alle persone con età maggiore o uguale a 65 anni.3

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L’agente responsabile è lo Streptococcus pneumoniae, in grado di invadere aree normalmente sterili dell’organismo e dare luogo alla malattia pneumococcica invasiva, particolarmente frequente nei bambini e adulti over sessantacinquenni o immunodepressi.2

La vaccinazione pneumococcica è consigliata agli adulti (19 – 64 anni) appartenenti a categorie a rischio e alle persone con età maggiore o uguale a 65 anni.3 Attualmente esistono due tipi di vaccino antipneumococcico, entrambi ben tollerati e con caratteristiche differenti:2 un vaccino polisaccaridico e uno coniugato.1

La vaccinazione pneumococcica ha ridotto notevolmente l'incidenza della malattia pneumococcica invasiva negli adulti2.

La vaccinazione pneumococcica assume importanza anche come intervento per contrastare l’antibiotico-resistenza, fenomeno particolarmente frequente e insidioso.2

 

Le malattie pneumococciche: quali sono e chi è più a rischio

Le malattie pneumococciche rappresentano un notevole problema di salute pubblica, in quanto associate ad elevata mortalità.Sono provocate dal batterio Streptococcus pneumoniae, causa di polmonite, meningite, endocardite, artrite settica batteriemia in bambini e adulti e otite media acuta nei bambini.2 Questo microrganismo può invadere anche un sito normalmente sterile (ad esempio il sangue) e dare luogo alla malattia pneumococcica invasiva che colpisce più frequentemente bambini e adulti con età maggiore o uguale a 65 anni, ma anche soggetti immunodepressi.2

Nell’adulto e nell’anziano la manifestazione maggiormente frequente di infezione streptococcica è la polmonite,2 il cui tasso di incidenza e di gravità aumenta con l’età, con una letalità che raggiunge il 10-30% negli adulti.2 In seguito ad inalazione, lo pneumococco aderisce al tessuto respiratorio a livello del rinofaringe,2 soprattutto in soggetti immunodepressi, con alterazioni (ad esempio nei fumatori) o patologie del sistema respiratorio.2

La vaccinazione pneumococcica negli adulti (19- 64 anni)

 

La vaccinazione pneumococcica negli adulti (19- 64 anni)

La vaccinazione è uno strumento molto utile che, oltre a potenziare l’immunità del soggetto singolo, consente la protezione degli altri soggetti appartenenti alla comunità, soprattutto quelli più deboli.1 Questo approccio consente di ottenere notevoli benefici sulla qualità della vita.

La strategia vaccinale utilizzata nella popolazione adulta varia in base all’età della persona, alla presenza di altre patologie concomitanti, ai rischi legati al suo stile di vita e ai contatti che intraprende in ambito domestico.1 Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha promosso un ampliamento dell’offerta vaccinale, per adulti e anziani,1 in modo da garantire il mantenimento di un buono stato di salute nel tempo e proteggere i soggetti maggiormente a rischio di complicanze conseguenti a malattie infettive.1 In particolare, questi ultimi rientrano, a prescindere dall’età, in una categoria per la quale sono indicate specifiche vaccinazioni.1

La vaccinazione anti-pneumococcica viene somministrata agli adulti appartenenti a gruppi a rischio,3 una sola volta nella vita e in qualsiasi stagione dell’anno.2

L’associazione con la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un approccio molto efficace nella prevenzione della polmonite batterica, riducendo l’ospedalizzazione e la mortalità ad essa associate, soprattutto in pazienti ospitati presso residenze sanitarie assistenziali (Rsa).2

 

«La vaccinazione antipneumococcica viene somministrata agli adulti appartenenti a gruppi a rischio, una sola volta nella vita e può essere vantaggiosamente associata alla vaccinazione antinfluenzale»

 

Questo tipo di vaccinazione, scongiurando la possibilità di malattia pneumococcica, permette di evitare la terapia antibiotica e, quindi, rappresenta un utile intervento per contrastare la resistenza agli antibiotici.2

L’introduzione delle vaccinazioni di routine ha permesso di ridurre l’incidenza della malattia pneumococcica invasiva negli adulti.2

I tipi di vaccino pneumococcico per gli adulti

 

 

 

 

Bibliografia

[1] Rossi, A.; Tasegian, P. Vaccinazioni per l’età adulta: ragioni, opportunità e prospettive. SIMG. Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. 2017; 24: 43-52. [Ultimo accesso 04/11/2021]

[2] Franco, E.; D’Alò, G.L. La vaccinazione anti-pneumococcica sequenziale nell’adulto. Rivista Società Italiana di Medicina Generale. 2017; 24: 96-103 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[3] Vaccinazioni e vaccini. Vaccinazioni per gruppi di popolazione. Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica. Istituto Superiore di Sanità. Disponibile al sito: https://www.epicentro.iss.it/vaccini/adulti [Ultimo accesso 04/11/2021]

 

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La vaccinazione pneumococcica è una strategia utile per prevenire le malattie cosiddette pneumococciche.

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