ARTICOLO

COVID-19: le categorie più a rischio

27 Maggio 2022

Il COVID-19, causato dal virus SARS-CoV-2, è una patologia altamente contagiosa trasmessa principalmente da goccioline infette attraverso starnuti, tosse o quando le persone entrano in contatto stretto tra di loro.1

A marzo 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità conferma quasi 470 milioni di casi nel mondo e oltre 6 milioni di decessi.Sebbene nella maggior parte dei casi la malattia venga classificata come lieve o moderata, alcuni pazienti si aggravano presentando dispnea (difficoltà a respirare) e ipossiemia (ridotta concentrazione di ossigeno nel sangue).1 La patologia può diventare severa quando i malati vanno incontro a Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS, Acute Respiratory Distress Syndrome), shock settico, acidosi metabolica, coagulopatia (alterazione del processo di coagulazione del sangue) e insufficienza d'organo multipla, condizioni che possono talvolta causare la morte.1
Alcune persone hanno un rischio maggiore di altre di ammalarsi gravemente di COVID-19, questo vuol dire che hanno più probabilità di:
•​​​​​​​ andare in ospedale
•​​​​​​​ essere ricoverati in terapia intensiva
•​​​​​​​ avere bisogno del ventilatore per respirare
•​​​​​​​ morire 3

È fondamentale che i pazienti a rischio e i loro familiari siano correttamente informati per:
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•​​​​​​​ attuare misure preventive di loro competenza:
       • essere aggiornati riguardo la vaccinazione: effettuare il ciclo primario e i richiami seguendo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute
       • usare in modo corretto le mascherine
       • praticare il distanziamento sociale
       • evitare luoghi affollati o dove non sia garantito un idoneo ricambio d’aria
       • monitorare il proprio stato di salute quotidianamente
•​​​​​​​ informare tempestivamente il personale sanitario alla comparsa dei primi sintomi.

Agire in tempo è determinante affinché i trattamenti disponibili siano efficaci!  È importante che i pazienti con patologie continuino a seguire le indicazioni terapeutiche e comportamentali fornite dal personale sanitario che li ha in cura.3

​​​​​​​Forniamo un elenco delle condizioni e delle patologie che aumentano il rischio di ammalarsi in modo grave. Gli studi sul COVID-19 sono tuttora in atto: qualora si abbia una condizione o una patologia non ancora menzionata nell’elenco, seguire le linee guida di prevenzione facendo sempre riferimento alle indicazioni del proprio medico curante.3
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Chi rischia di più

Over 65 anni

Le persone con età maggiore di 65 anni hanno più probabilità di sviluppare la patologia severa o di andare incontro a morte dopo essere stati infettati dal SARS-CoV-23:  le difese del sistema immunitario diminuiscono con l’avanzare degli anni.1
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Gli uomini​​​​​​​

Gli uomini hanno maggiori probabilità di essere infettati dal Coronavirus rispetto alle donne,1 probabilmente perché hanno livelli più elevati di recettore ACE2.1 La proteina spike del SARS-CoV-2 riconosce e si lega al  recettore dell'enzima di conversione dell'angiotensina 2 (ACE2) per entrare nella cellula ospite.1 Tale recettore è maggiormente presente nel plasma degli uomini rispetto a quello delle donne1 e, oltre che trovarsi nelle cellule di polmone, cuore, rene, vasi sanguigni, è anche in quelle dei testicoli.La risposta immunitaria, inoltre, è più forte nelle persone di sesso femminile: il cromosoma X e gli ormoni sessuali giocano ruoli protettivi importanti nell’immunità.1 Da non sottovalutare anche le cattive abitudini come fumo e alcol, più frequenti nella popolazione maschile rispetto a quella femminile.1
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​​​​​​​Pazienti affetti da patologie

Cancro

Tra i sottotipi di neoplasie le persone con tumori del sangue hanno un rischio maggiore, seguite da quelle affette da cancro al polmone.La maggiore mortalità nei pazienti con tumori ematologici maligni potrebbe essere spiegata dal fatto che sia sovente necessario utilizzare terapie che determinino l’immunosoppressione, anche in previsione di trapianto di midollo osseo o di cellule staminali.4  In generale, alcuni trattamenti farmacologici usati per combattere il cancro possono diminuire la capacità stessa del sistema immunitario e, di conseguenza, questo potrebbe non contrastare in modo efficiente l’ingresso di microrganismi (come il SARS-CoV-2).4
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Immunodeficienza causata da malattia congenita o acquisita (HIV) o conseguente all’uso farmaci usati anche dopo trapianto3

Poiché tali pazienti hanno un sistema immunitario compromesso, potrebbero non essere protetti dal vaccino anche se hanno seguito la schedula vaccinale e dovrebbero continuare a prendere tutte le precauzioni, compreso l’uso della mascherina.3 


Obesità​​​​​​​

Il rischio di COVID-19 grave aumenta bruscamente con un indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) maggiore di 30. A seconda del BMI viene definito:​​​​​
• sovrappeso: BMI compreso tra 25 e 30
• obesità: BMI compreso tra 30 e 40
• obesità grave: BMI superiore di 40.3

Demenza e altre condizioni neurologiche

L'Alzheimer e le altre demenze non aumentano, molto probabilmente, il rischio di COVID-19, ma i comportamenti da essa dipendenti sono alla base della superiore probabilità di contrarre l’infezione. I pazienti, infatti, possono dimenticare di lavarsi le mani o di seguire le raccomandazioni profilattiche.  Inoltre, malattie infettive come COVID-19 e influenza possono ulteriormente peggiorare il deterioramento cognitivo.5​​​​​​​


Patologie croniche

Le malattie croniche hanno in comune col COVID-19 il fatto che:
• causano infiammazione
• il sistema immunitario di questi pazienti non funziona in modo ottimale.1

Patologie polmonari croniche
Compromettono la funzionalità polmonare di base:1
• asma (da moderata a grave)
• bronchiectasia (dilatazione abnorme e irreversibile dell’albero        bronchiale)
• displasia broncopolmonare (malattia polmonare cronica dei neonati prematuri)
• broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
• enfisema
• malattie polmonari interstiziali (accumulo di cellule infiammatorie nei polmoni)
• embolia polmonare
• ipertensione polmonare3
La presenza del SARS-CoV-2 può aggravare la situazione e portare ad ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto).1
 
Diabete
Il diabete è una patologia che comporta un’elevata infiammazione di base, una condizione che promuove la resistenza all’insulina e il danno alle cellule β pancreatiche (deputate alla secrezione dell’insulina stessa). Il SARS-CoV-2 può esacerbare l'infiammazione cronica, attivare i processi di coagulazione del sangue e provocare ulteriori danni al pancreas.1
 
Patologia renale cronica
Le persone in dialisi possono avere un sistema immunitario più debole, condizione che comporta una minore risposta alle infezioni. Le persone con un trapianto di rene devono assumere giornalmente farmaci immunosoppressivi che diminuiscono l’attività del sistema immunitario. Importante è continuare a seguire le indicazioni del personale sanitario e non sospendere le terapie farmacologiche o la dialisi di propria iniziativa.6
 
Patologie cardiache croniche
Quando un paziente che soffre di:
​​​​​​​• insufficienza cardiaca
• malattia coronarica
• cardiomiopatie
• ipertensione3
viene infettato da SARS-CoV-2 ha una maggiore probabilità di avere non solo il COVID-19 in modo severo ma anche di andare incontro a eventi cardiovascolari acuti.1
 
Patologia epatica cronica
Può includere malattie epatiche correlate all'alcol, la steatosi epatica non alcolica, l’epatite autoimmune e la cirrosi.3
 
Ictus
L’ictus, patologia che altera l’afflusso di sangue al cervello, è un fattore di rischio per il COVID-19.3
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Malattie genetiche

Fibrosi cistica3
La fibrosi cistica è una malattia genetica grave che colpisce soprattutto l’apparato respiratorio e quello digerente. È dovuta alla mutazione di un gene che determina la produzione di muco eccessivamente denso che comporta diverse condizioni, tra cui il ripetersi di infezioni respiratorie.7
 
Emoglobinopatie
I pazienti con emoglobinopatie, in particolare β-talassemia o anemia falciforme o forme combinate, sono definiti individui ad alto rischio di sviluppare complicanze più gravi di COVID-19.8
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​​​​​​​Soggetti con dipendenze

Fumo

Essere o essere stato un fumatore di sigarette aumenta il rischio di ammalarsi di COVID-19 in modo grave. Il consiglio è di smettere di fumare e/o di non riprendere.3

Abuso di alcol o sostanze stupefacenti (oppioidi, cocaina)3

Le persone che fanno uso di sostanze stupefacenti e gli alcolisti sono più vulnerabili alle malattie infettive e, nel caso particolare, al COVID-19, a causa di alcuni comportamenti associati al consumo di sostanze, ai contesti in cui tali sostanze sono assunte o ai luoghi di erogazione dell’assistenza.9

Diversamente abili​​​​​​​

Le persone con alcuni tipi di disabilità possono avere maggiori probabilità di ammalarsi di COVID-19 di grado severo per diverse cause, come il soffrire di malattie pregresse, il vivere in comunità o in condizioni sfavorevoli.
Pertanto, hanno un rischio maggiore di COVID-19 le persone:
​​​​​• con qualsiasi tipo di disabilità che renda più difficile fare determinate attività o interagire con il mondo che li circonda, comprese quelle che hanno bisogno di aiuto per la cura di sé o per le attività quotidiane
• con disturbo dell’attenzione/iperattive (ADHD)
• con paralisi cerebrale
• con difetti congeniti
• con disabilità intellettive e dello sviluppo
• con difficoltà di apprendimento
• con lesioni del midollo spinale
• con sindrome di Down3
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Soggetti con condizioni psicologiche

Avere alcuni disturbi mentali, tra cui depressione e schizofrenia, può rendere le persone più soggette ad ammalarsi gravemente di COVID-19.3
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Donne in gravidanza

Le donne in gravidanza o che hanno partorito di recente (fino a 42 giorni dopo il termine della gravidanza) hanno maggiori probabilità di ammalarsi rispetto alle non gravide.10 Chi contrae il COVID-19 durante la gravidanza non ha particolari problemi, questi si possono verificare se la madre si ammala gravemente perché aumenta la probabilità di parto pretermine (prima delle 37 settimane di gestazione). Contrarre il COVID-19 durante la gravidanza aumenta, inoltre, il rischio di aborto o di morte in utero.10 Nella circolare del 24/11/2021, il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione anti-COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre.11 La vaccinazione anti-COVID-19 è altresì raccomandata per le donne che allattano senza necessità di sospendere.11
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Soggetti con scarsa o assente attività fisica

Essere fisicamente attivi ed esercitarsi regolarmente è importante per essere sani.
Le persone che fanno poca o nessuna attività fisica hanno maggiori probabilità di ammalarsi di COVID-19.3
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Bambini e adolescenti

Gli studi clinici effettuati hanno evidenziato un rischio più elevato nei bambini con patologie pregresse o che sono affetti da patologie genetiche, neurologiche, metaboliche o sofferenti di cardiopatia congenita. Al pari degli adulti, anche i bambini con obesità, diabete, asma o malattia polmonare cronica, anemia falciforme o immunocompromessi hanno più probabilità di sviluppare il COVID-19 in forma severa.3
Nella circolare del 7/12/2021, Il Ministero della Salute estende la possibilità di vaccinare i bambini a partire dai 5 anni.12

PP-UNP-ITA-0205

Bibliografia

1. Du P, Li D, Wang A, Shen S, Ma Z, Li X. A Systematic Review and Meta-Analysis of Risk Factors Associated with Severity and Death in COVID-19 Patients. Can J Infect Dis Med Microbiol. 2021 Apr 10;2021:6660930. doi: 10.1155/2021/6660930. PMID: 33936349; PMCID: PMC8040926.
Disponibile al sito:https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33936349 - /[Ultimo accesso 21/03/2022]

2. World Health Organization: COVID-19 Data
Disponibile al sito: https://www.who.int/data - [Ultimo accesso 21/03/2022]

3. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). COVID-19:People with Certain Medical Conditions
Disponibile al sito: https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/need-extra-precautions/people-with-medical-conditions.html - [Ultimo accesso 21/03/2022]


4. Bhanu Prasad Venkatesulu, MD, Viveksandeep Thoguluva Chandrasekar, MD, Prashanth Girdhar, MD, Pragati Advani, MD, Amrish Sharma, PhD, Thiraviyam Elumalai, MD, FRCR, Cheng En Hsieh, MD, Hagar I Elghazawy, MD, Vivek Verma, MD, Sunil Krishnan, MD, A Systematic Review and Meta-Analysis of Cancer Patients Affected by a Novel Coronavirus, JNCI Cancer Spectrum, Volume 5, Issue 2, April 2021, pkaa102, https://doi.org/10.1093/jncics/pkaa102
Disponibile al sito: https://doi.org/10.1093/jncics/pkaa102 - [Ultimo accesso 21/03/2022]

5. Alzheimer’s Association: Coronavirus (COVID-19): Tips for Dementia Caregivers
Disponibile al sito: https://www.alz.org/help-support/caregiving/coronavirus-(covid-19)-tips-for-dementia-care - [Ultimo accesso 21/03/2022]


6. National Kidney Foundation. Kidney disease & COVID-19. Disponibile al sito: https://www.kidney.org/coronavirus/kidney-disease-covid-19 - [Ultimo accesso 21/03/2022]

7. Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC). Cos’è la fibrosi cistica
Disponibile al sito: https://www.fibrosicistica.it/fibrosi-cistica/cose-la-fibrosi-cistica/ - [Ultimo accesso 21/03/2022]

8. Androulla Eleftheriou, Lily Cannon, Michael Angastiniotis. Thalassaemia prior and consequent to COVID-19 pandemic. The perspective of Thalassaemia International Federation (TIF).
Disponibile al sito: https://thalassaemia.org.cy/wp-content/uploads/2020/07/document.pdf - [Ultimo accesso 21/03/2022]


9. Federazione Nazionale Ordini e Professioni Infermieristiche. Covid e tossicodipendenze
Disponibile al sito: https://www.fnopi.it/2021/05/02/tossicodipendenze-rapporto-iss/ - [Ultimo accesso 21/03/2022]

10. Mayo Clinic: Pregnancy and COVID-19: What are the risks?
Disponibile al sito: https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/coronavirus/in-depth/pregnancy-and-covid-19/art-20482639 - [Ultimo accesso 21/03/2022]

11. Ministero della Salute. Circolare del 24/11/2021: raccomandazioni sulla vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 in gravidanza e allattamento.
Disponibile al sito: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=82930&parte=1%20&serie=null - [Ultimo accesso 21/03/2022]


12. Ministero della salute. Circolare del 7/12/2021: Estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (BioNTech/Pfizer) per la fascia di età 5-11 anni.
Disponibile al sito: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=84353&parte=1%20&serie=null - [Ultimo accesso 21/03/2022]

 

 

Yes

E' fondamentale saper riconoscere i sintomi con cui la polmonite si manifesta.

29 Novembre 2021
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Se seguire uno stile di vita che preservi dall’esposizione ai rischi di contrarre la polmonite è molto importante, altrettanto fondamentale è saper riconoscere i sintomi con cui la polmonite si manifesta, soprattutto negli anziani.

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Anziani e polmonite: i sintomi da non sottovalutare negli over 65
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La polmonite si manifesta con sintomi comuni, non specifici, che per questo possono essere sottovalutati2.

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Si tratta di un’infezione a carico degli alveoli polmonari, che può compromettere in misura più o meno grave il processo di respirazione:1 i fenomeni infiammatori che si instaurano nel polmone, fanno sì che si accumuli del liquido all’interno degli alveoli, ostacolando lo scambio gassoso.1

La polmonite si manifesta con sintomi comuni, non specifici, che per questo possono essere sottovalutati,2 o assimilati a quelli di altre patologie meno gravi: spesso può essere confusa, ad esempio, con una bronchite. In particolare, nella terza età, la polmonite può decorrere in maniera del tutto atipica2 senza mostrare, a una prima analisi, nessun sintomo evidente.

 

Come riconoscere la polmonite? I 10 sintomi che suggeriscono agli anziani di consultare il medico

I sintomi rappresentano le manifestazioni con cui una malattia si presenta e seppur fastidiosi, sono necessari campanelli di allarme che ci suggeriscono di consultare il medico.

Soprattutto nella terza età, è estremamente importante essere in grado di individuare tempestivamente i sintomi della polmonite, e contattare subito il proprio medico qualora se ne sospetti l’insorgenza.

Il fattore “tempo” non è infatti da sottovalutare, se si considera che la polmonite può presentarsi in un ampio ventaglio di gradi di severità: dalla forma relativamente mite fino a manifestazioni gravi con decorsi che possono essere di alcuni giorni ma anche molto rapidi,3 potendo peggiorare in 24-48 ore.4

Vediamo quali sono i 10 sintomi della polmonite da non sottovalutare:3

  1. Febbre
  2. Tosse
  3. Dolore toracico
  4. Difficoltà respiratoria
  5. Dolori ossei e articolari
  6. Tachicardia (frequenza cardiaca accelerata)
  7. Nausea
  8. Vomito
  9. Diarrea
  10. Stato confusionale

Si tratta di sintomi per lo più comuni a diverse malattie; l’estrema variabilità dei singoli sintomi può inoltre rendere la loro interpretazione ancora più difficile (i sintomi gastrointestinali compaiono ad esempio solo in 1 caso su 5).3

 

«Su 100 adulti che si presentano dal proprio medico curante, con sintomi a carico delle basse vie respiratorie, la polmonite viene diagnosticata in un numero di casi tra 5 e 12; di questi, circa 1 su 4 necessita di ricovero ospedaliero.5»

 

I sintomi della polmonite costituiscono una manifestazione della risposta infiammatoria del nostro organismo all’infezione.3

La gravità dei sintomi può essere molto variabile, perché legata al quadro clinico del singolo individuo.3

Si raccomanda dunque di consultare il medico senza indugi, soprattutto agli ultrasessantacinquenni.

                         

Polmonite negli over 65: saper riconoscere i sintomi (anche quando non si vedono)

Nella valutazione dei sintomi è necessario sapere che, entrando nella terza età, si verificano naturalmente delle trasformazioni fisiologiche in grado di modificare il modo in cui il nostro corpo reagisce agli stimoli esterni.2

Solo il 40% degli anziani presenta infatti i sintomi tipici delle malattie, riconoscibili secondo un modello tradizionale di interpretazione. Nella terza età è molto più comune che la malattia si manifesti in maniera atipica.2

Prendiamo in esame alcuni sintomi, e vediamo a titolo di esempio come questi possono modificarsi fino addirittura a scomparire nel paziente anziano:

  • Tosse: solitamente la polmonite, in particolare quella di origine batterica, è associata ad una tosse grassa, con produzione di espettorato6 (comunemente detto catarro). Spesso però nel paziente anziano il riflesso della tosse è molto ridotto,6 a causa di una diminuita capacità dei muscoli preposti a questa funzione.
  • Espettorato: viene solitamente prodotto nel corso della polmonite; ma negli anziani la sua produzione può diminuire fortemente, a causa della disidratazione che spesso accompagna gli Over 65, insieme alla ridotta funzionalità di muscoli e sistemi preposti alla fuoriuscita dell’espettorato (comunemente detto catarro).6 Per questa ragione si rende difficile prelevare i campioni di espettorato necessari per identificare la causa della polmonite (si pensi che solo 6 anziani su 10 riescono a produrre un campione utile all’analisi).3
  • Febbre: con l’avanzare dell’età diminuisce la capacità dell’organismo di regolare la propria temperatura. É per questo motivo che la temperatura dell’anziano risulta inferiore rispetto a quella media,7 ed è difficile riscontrare febbre alta. Più frequente, quale sintomo, diventa la comparsa dell’ipotermia al posto dell’ipertermia:2 la temperatura corporea diminuisce anziché aumentare.

Considerando questi aspetti è evidente come nel soggetto anziano i segni e i sintomi di polmonite si presentino spesso in modo atipico e subdolo.8 Alle manifestazioni tipiche possono infatti sostituirsi stato confusionale, letargia, apatia e forte inappetenza,

vale a dire un peggioramento dello stato di salute generale (la cosiddetta infezione silente) senza la febbre alta tipica della polmonite,8 che si riscontra infatti solo nella metà dei casi.8

L’incapacità di riconoscere i sintomi atipici risulta particolarmente pericolosa, perché compromette la tempestività dei trattamenti.2

Le 3 domande che il medico si pone in caso di sospetta polmonite nell’anziano

 

Le 3 domande che il medico si pone in caso di sospetta polmonite nell’anziano

Quando un anziano sopra i 65 anni si presenta dal proprio medico con sintomi compatibili con la polmonite, probabilmente è ignaro del fatto che nel corso della visita il suo medico si stia ponendo almeno 3 domande:

  1. É davvero polmonite?3
  2. Se sì, dove va trattata?8
  3. E, infine: Come va trattata?5

 É davvero polmonite?

Si è già spiegato come la polmonite nell’anziano possa presentarsi in maniera subdola e silente; in alcuni casi l’unico sintomo può essere addirittura il solo stato confusionale.3

Seppur con sintomi modesti, la polmonite non dovrebbe comunque sfuggire a:

  • Attenta auscultazione polmonare2
  • Rilevazione dell’aumento della frequenza respiratoria 2
  • Esame radiologico (lastra toracica)3

In particolare, la radiologia del torace è la tecnica diagnostica di scelta per confermare una polmonite,8 grazie al costo contenuto e alla bassa dose di radiazioni.8 Consente inoltre di valutare localizzazione, estensione e severità del caso analizzato.8

 

Dove trattare la polmonite?

Una volta accertata la diagnosi, è necessario valutare dove la persona affetta da polmonite debba essere trattata: se presso la propria abitazione oppure in ospedale.

Questa decisione deve essere guidata, oltre che dalla gravità dei sintomi, anche da una valutazione di patologie preesistenti (eventuali comorbilità) e dall’eventualità di condizioni che possano compromettere il trattamento domiciliare.8

Dal 2003 viene suggerito l’utilizzo di un semplice algoritmo denominato CURB-65, che consente di stabilire se sia più indicato il trattamento domiciliare oppure quello ospedaliero. L’algoritmo utilizza 5 caratteristiche come:8

  • Età
  • Stato confusionale
  • Azotemia (contenuto di azoto libero nel sangue)
  • Frequenza respiratoria
  • Pressione arteriosa 

In funzione delle 5 caratteristiche cliniche, viene assegnato un punteggio che va da 0 a superiore o uguale a 3 consentendo la seguente stratificazione dei casi:8

  • CURB-65 = 0-1
    • GRUPPO 1: Mortalità Bassa
    • Trattamento domiciliare
      (Non si ritiene necessaria l’ospedalizzazione)
  • CURB-65 = 2
    • GRUPPO 2: Mortalità Intermedia
    • Trattamento in ospedale
      (Breve ricovero o Day Hospital supervisionato)
  • CURB-65 = 3-5
    • GRUPPO 3: Mortalità Alta
    • Ricovero ospedaliero come polmonite severa
      (Possibile ammissione in terapia intensiva se CURB-65 = 4-5)

 

Come trattare la polmonite?

L’approccio iniziale alla polmonite è quasi sempre empirico, dal momento che il medico non può conoscere con certezza l’agente che l’ha causata (batterio, virus etc.).3

I soli sintomi, infatti, non consentono di distinguere tra polmonite virale, polmonite batterica o altre tipologie come ad esempio la polmonite pneumocistica (una polmonite trasmessa da un fungo, che colpisce in particolare persone immunodepresse).4

È noto però con certezza che i batteri continuano a essere la più frequente causa di polmonite negli anziani; tra questi lo Streptococcus Pneumoniae, più conosciuto come pneumococco, è tuttora il più rilevante.6

Per questa ragione le polmoniti a bassa gravità vengono trattate con antibiotici, in questo modo:

  • Si inizia con unico antibiotico (monoterapia) per 5 giorni 5
  • Si prosegue oltre i 5 giorni, qualora non si sia ottenuto il miglioramento atteso dopo i primi 3 giorni di trattamento 5

Nelle polmoniti a gravità intermedia o alta si utilizza invece una terapia combinata, ovvero un’associazione di più antibiotici,5 per almeno 7 giorni di trattamento.5

Nelle persone ricoverate in ospedale per polmonite è importante però considerare che se da un lato la tempestività nella somministrazione di antibiotici migliora il decorso della malattia,5 ad essa devono seguire ulteriori indagini volte a identificare la causa della polmonite, per evitare l’assunzione di antibiotici in maniera inappropriata 5 (soprattutto in soggetti immunocompromessi o affetti da comorbilità).

Infatti, sebbene la maggior parte delle polmoniti risultino solitamente ascrivibili allo S. pneumoniae,6 esistono dei microorganismi cosiddetti atipici, come anche virus e funghi capaci di causare la polmonite, che devono essere adeguatamente trattati con apposita terapia.

Nel caso di pazienti ricoverati in ospedale la tempestività del trattamento iniziale deve essere quindi accompagnata da ulteriori test diagnostici, volti all’identificazione dell’agente che ha causato la polmonite, per poter così adeguare il trattamento farmacologico.3

Quanto durano i sintomi della polmonite?

 

Quanto durano i sintomi della polmonite?

Molte persone non sanno cosa aspettarsi dalla convalescenza dopo una polmonite:5 conoscere i tempi di recupero può aiutare ad affrontare la convalescenza più serenamente in attesa della completa guarigione, oppure a far emergere la necessità di un nuovo consulto medico.5

È importante in ogni caso tenere in considerazione che la rapidità della guarigione è strettamente legata alla gravità della polmonite.5

In linea generale la scomparsa dei sintomi segue però le seguenti tempistiche:

 

1 settimana

⮚      

Scomparsa della febbre 5

4 settimane

⮚      

Sostanziale riduzione del dolore toracico e del catarro 5

6 settimane

⮚      

Sostanziale riduzione della tosse e della mancanza di respiro 5

3 mesi

⮚      

Scomparsa della maggior parte dei sintomi, tranne un possibile senso di affaticamento 5

6 mesi

⮚      

Ritorno alla normalità 5

 

È bene consultare il medico in caso di mancato miglioramento delle condizioni cliniche rispetto alle attese.5

 

Bibliografia

[1] Malattie Infettive. Polmonite. Ministero della Salute. Disponibile al sito: http://www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=121&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[2] G. Salvioli et al. Manuale di Competenze in Geriatria ITEM18. Società Italiana di Geriatria e Gerontologia. 2018. Disponibile al sito https://www.sigg.it/wp-content/uploads/2018/05/Item-18_La-presentazione-atipica-delle-malattie-nel-paziente-anziano.pdf [Ultimo accesso 04/11/2021]

[3] L. A. Mandell Community-acquired pneumonia: An overview. Postgrad. Med., 2015; 127(6): 607-615_ DOI: 10.1080/00325481.2015.1074030 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[4] Polmonite_Istituto Superiore di Sanità, www.issalute.it, Disponibile al sito: https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/p/polmonite?highlight=WyJwb2xtb25pdGUiXQ== [Ultimo accesso 04/11/2021]

[5] A. Cartabellotta, A. Potena Best Practice_Linee guida per la diagnosi e il trattamento della polmonite acquisita in comunità negli adulti. Evidence_Gimbe Foundation_Aprile 2015; Vol. 7(4) e1000110 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[6] B.A. Cunha. Pneumonia in the elderly. Clin Microbiol Infect 2001; 7: 581–588 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[7] ND Greg Kelly. Body Temperature Variability (Part 1): A Review of the History of Body Temperature and its Variability Due to Site Selection, Biological Rhythms, Fitness, and Aging. Alt. Med. Review 2006; Vol. 11(4): 278-293 [Ultimo accesso 04/11/2021]

[8] N. Ferrara, S. Fuschillo et al. Le polmoniti nella popolazione geriatrica. G GERONTOL 2005;LIII:594-602 [Ultimo accesso 04/11/2021]

 

 

CODICE GCMA PP-VAC-ITA-0697

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In particolare, nella terza età, la polmonite può decorrere in maniera del tutto atipica2.

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